[Pennlive.com] Intervista a Guy Berryman

Il critico musicale del New York Times, Jon Pareles, li ha definiti "la band più insopportabile del decennio". E i Coldplay hanno sicuramente dei detrattori che si mischiano alle loro legioni di fan devoti.

Ma non hanno nessuna importanza - la band li ha sempre presi in anticipo quanto ad auto-critica. Il bassista Guy Berryman una volta disse a Rolling Stone, "La maggior parte delle volte ci sentiamo dei perdenti". E quando la band ha accettato uno dei recenti Grammy, il cantante Chris Martin ha ironicamente soprannominato la loro musica "un rock di calcare".

Sentirsi insicuri, dice Berryman, non è paralizzante ma, al contrario, è motivante.
"E' ciò che ci spinge a continuare ad entrare in studio per cercare di essere migliori di quello che siamo stati finora", dice Berryman. "E quando suoniamo live, ecco perchè cerchiamo di essere sempre migliori di quanto lo siamo stati in passato".

"Credo sia un modo sano di vedere le cose. Credo sia colpa delle le insicurezze, e sono sicuro che all'interno del gruppo tutti ne abbiamo seppur in grado diverso. Mi piacerebbe essere un rock star sicura di sè, ma pare che questa caratteristica non sia nella natura di nessuno di noi", ha detto.

Berryman ci ha concesso 15 minuti del suo tempo libero per un'intervista telefonica da Londra prima dell'inizio della successiva leg del gigantesco tour della band.

Ha parlato di altre cose riguardanti la band:

Darete un cd ai fan che verranno ai vostri concerti quest'estate. Parlacene un po'.
"E' stato registrato intorno al mondo. E' un misto tra canzoni vecchie e nuove. L'idea che ci sta dietro è dare qualcosa ai nostri fan che ci hanno seguiti negli ultimi 10 anni. Abbiamo pensato che sarebbe stato più bello farlo così piuttosto che tirare fuori un cd live per fare altri soldi. Abbiamo pensato di spenderci su un po' di soldi per poi darlo come regalo alle persone".

Dunque adesso è il turno di Yusuf Islam (in passato conosciuto come Cat Stevens) di dire che Viva la Vida assomiglia ad una delle sue canzoni (in principio era stato Joe Satriani). Che sta succedendo?
"C'era un'altra band - Non mi ricordo come si chiamava - ma sono stati i primi a dirlo. Sta diventando una cosa ridicola. Posso dire in maniera categorica che mi ricordo quando è stata scritta quella canzone e come è stata registrata. E' anche un po' lusinghiero. (Ma) è anche un po' triste. Non voglio che ci siano sentimenti di odio tra noi e qualsiasi altro musicista. Ma ci difenderemo. Spero che si risolva presto tutto, ad essere sincero - è una distrazione".

Vestite le vostre uniformi alla Sgt. Pepper/Rivoluzione Francese durante il tour. Le vedete come un modo per ricollegarvi al tema della copertina di Viva la Vida?
"Si, esattamente quello. Quando abbiamo fatto questo album, volevamo che fosse un pacchetto visuale con una sua identità. Non vogliamo salire sul palco con di nuovo addosso jeans e t-shirt; vogliamo che sia qualcosa di più teatrale e movimentato. Ci siamo fatti fare un po' di abiti e ci sono un po' di persone che ci aiutano a farli. In realtà è stata una cosa divertente - eravamo seduti con pittura spray e pezzi di tessuti e toppe e li cucivamo assieme".

Le canzoni in Viva la Vida sono legate strettamente sia dal punto di vista dei temi trattati sia dal punto di vista del suono. Continuerete questo trend per il prossimo su cui state lavorando attualmente?
"Abbiamo qualche canzone e qualche idea su cui stiamo lavorando. Ma come approcceremo il prossimo album, credo, sarà completamente diverso. Potremmo concentrarci di più sulla parte della musica per un po'- capiremo come il tutto funzionerà dal punto di vista visivo quando saremo giunti quasi alla fine. Ma sono abbastanza sicuro che una volta che il tour sarà finito i costumi da Rivoluzionari Francesi saranno appesi da qualche parte nell'armadio!"

Sperate ancora di far uscire l'album quest'anno?
"Pensavamo sarebbe stato bello pubblicare qualcosa prima della fine dell'anno, perchè avrebbe significato che avremmo pubblicato cinque album in una decade. Ma questo tour ha continuato ad allungarsi. Detto questo, abbiamo ottenuto molto in studio e probabilmente continueremo a lavorare quando torneremo a Settembre. Sono abbastanza sicuro che non succederà niente quest'anno".

Credi che continuerete anche a sperimentare con quei tempi strano che caratterizzano canzoni come "Death and All His Friends", così difficili da mantenere?
"Dovresti provare a suonarle! E' una cosa terribile perchè se perdi il tempo nella tua mente, sei fregato. Cercare di riprenderlo è un incubo.
Abbiamo lavorato su un 5/4 di recente in studio. Ne abbiamo anche fatto uno in 7/4. Sono cose davvero strane; non sono molto intuitive, ma credo siano piuttosto gratificanti una volta che ci fai l'abitudine. E' ora che iniziamo a darci ai ritmi oscuri del jazz".

State lavorando di nuovo con Brian Eno - com'è cambiato il rapporto adesso?
"Abbiamo fatto due sessioni senza Chris - su richiesta di Brian. Chris è una figura dominante in studio e credo che Brian volesse approcciare le cose da una prospettiva un po' diversa.
Ovviamente ha scritto canzoni a raffica come il suo solito. Ma credo che Brian volesse davvero sperimentare con la musica da un punto di vista strutturale e ritmico piuttosto che da quello del compositore. Che è una cosa tipica di Brian Eno, ma è anche il motivo per cui lo adoriamo e vogliamo lavorare con lui".

Com'è suonare per la prima volta in un posto - affrontate la situazione in modo diverso?
"Affrontiamo ogni concerto allo stesso modo. Siamo molto entusiasti di salire sul palco e poi quando siamo là sopra, diamo il 110%. Cerchermo di divertirci il più possibile con tutti".

Fonte: Pennlive.com