(2009) Udine

Sotto un caldo torrido che solo un’estate italiana può regalare, centinaia e centinaia di fans si assiepano fuori dai cancelli d’ingresso dello Stadio Friuli, a Udine, la mattina del 31 agosto 2009 nell’attesa di conquistare un posto nel ‘settore prato’ per l’unica data italiana dei Coldplay della leg estiva del ‘Viva La Vida Tour’. Vista la vicinanza della sede dell’evento con nazioni quali Slovenia, Croazia, Serbia, Montenegro, ma anche Austria, non sono solo gli italiani ad aspettare, ma anche tanti supporters provenienti proprio da quegli stati non lambiti dalla tournee di promozione di ‘Viva La Vida Or Death And All His Friends’.

Lo Staff di Coldplayzone (o almeno, parte di esso) si ritrova in larga parte verso le ore 9.30 e discute con i ‘colleghi’ di Coldplayitalia in merito allo show che di lì a poco catturerà le attenzioni di tutti. E si parla, fra le opinioni sulle scalette di questo tour e i ricordi dei tanti concerti vissuti in passato, anche della speciale coreografia che i due siti hanno voluto organizzare per la giornata: palloncini colorati e corone. I primi celebreranno l’atmosfera della nuova era dei Coldplay, manifestata palesemente da ‘Life In Technicolor’, le seconde il video alternativo di ‘Viva La Vida’ e quell’augurio di ‘lunga vita al re’ che si traduce automaticamente in un buon auspicio per il complesso inglese.

All’avvicinarsi del primo pomeriggio, alcuni responsabili di entrambi i portali cominciano a distribuire i propri oggetti. Noi di Coldplayzone distribuiamo diverse centinaia di palloncini colorati assieme ad un volantino nel quale spieghiamo cosa ci eravamo prefissati di fare e perché. La sorpresa più grande e più gradita è pero vedere quanti ragazzi e ragazze si siano portati i palloncini da casa. E’ segno che la nostra campagna di promozione e condivisione di questa speciale coreografia è stata seguita da tanti fans, non necessariamente facenti parte della nostra community.

Nel frattempo il caldo si fa sentire e, man mano che la gente comincia ad accalcarsi verso gli ingressi principali, l’attesa si fa snervante ma al tempo stesso eccitante. Si sa che la band viene da alcuni giorni impegnativi, con una media di concerti impressionante che stancherebbe chiunque, anche solo guardando la lista delle date. Ma i Coldplay sono i Coldplay e non si può mancare a quest’imperdibile tappa.

Verso le 17, si aprono i cancelli ed è una vera e propria ressa per la conquista del posto migliore e più vicino al palco. Mentre molte ragazze prediligono il settore sinistro del palco (quello che poi toccherà a Guy e al suo fascino), molti ragazzi si dirigono verso il settore destro (laddove si esibirà Jonny e la sua chitarra). In linea di massima, il parterre si riempie molto rapidamente e già comincia ad intravedersi qualche palloncino e a scorgersi qualche corona di carta gialla qua e là.

Così, quasi a sorpresa arriva il momento degli Opening Act. Cominciano i Ministri, entrati in sordina ma usciti poi con tanti applausi. E’ stupefacente vedere e constatare quanti ragazzi e ragazze conoscono i testi dei loro brani, così come è meraviglioso vedere quanto la band sia ben affiatata dal punto di vista strumentale. La band stessa rimane sorpresa dall’impatto col Friuli e con i numerosi fans dei Coldplay già accorsi sul luogo dell’evento. E anche per loro il 31 agosto 2009 sarà una data indimenticabile!

Poco dopo, la band nostrana lascia il posto ai White Lies e alla potente voce di Harry McWeigh. La loro performance strappa applausi a ripetizione, brani come ‘Death’, ‘To Lose My Life’ o ‘Farewell To The Fairground’ vengono eseguiti perfettamente e si ha l’impressione che questa alternative rock band di Londra farà tanta, tanta strada. I White Lies abbandonano il palco ormai all’imbrunire, mentre il pubblico è aumentato di volume e rumorosità, aspettando di assaporare il main event della serata.

Così, fra un salto di Matt McGinn sul palco ad accordare e approntare gli strumenti ed un roadie che balla la break dance su una delle due ali del palco, arriva uno dell’entourage della band che, sulle note di ‘Danubio Blu’, fa alzare a tutti le braccia per un gigantesco mare di mani che si muoveranno a tempo con la composizione di Strauss. E con gioia scorgiamo un esteso mare di palloncini colorati. Non facciamo nemmeno in tempo ad agitare i nostri, quando ‘Danubio Blu’ termina, le luci si spengono e le urla dei fans aumentano, proprio perché sul vidiwall appare il percorso che la band ha compiuto sin qui per concludersi con uno scorcio del Friuli visto dall’alto e poi l’inquadratura alle primissime file del parterre, piene zeppe di palloncini colorati.

Così, i Coldplay conquistano lo stage imbracciando delle scintille e intonando le note di ‘Life In Technicolor’, le quali registrano un’immensa partecipazione dei cori dei presenti. Due minuti e mezzo di pura adrenalina.

If you're italians, won't you let me know. Chris Martin

Dopodichè, con ancora i palloncini in mano, ci gustiamo ‘Violet Hill’, dove Jon e Will salgono in cattedra con la loro chitarra e la loro batteria mentre Chris fa fatica a sovrastare le voci dei fans.

Subito dopo, tocca a ‘Clocks’, ormai suonata a memoria ma mai scontata e banale. E a seguire ‘In My Place’, tanto amata dai supporters italiani che travolgono Chris e i suoi con dei cori troppo grandi da poter contrastare con la musica ordinaria.

Ma è sulle note di ‘Yellow’ che c’è il vero e proprio abbraccio fra i fans e la band. Chris non riesce nemmeno a cantare perché siamo proprio noi a non dare a lui il tempo di farlo. Passerà più secondi a stare zitto a suonare la chitarra anziché intonare i versi del pezzo più predominante di ‘Parachutes’. Inutile dire che i complimenti del complesso si sprecano nel momento in cui cantiamo il verso finale a squarciagola.