Intervista a Davide Rossi (#1)

Siamo davvero fieri ed onorati di aver conosciuto Davide Rossi, uno dei più grandi violinisti in circolazione e italianissimo al 100%. E' un essere speciale che ci ha permesso di conoscere il mondo dei Coldplay da una prospettiva diversa e nel contempo si è rivelato essere un uomo umile, dai modi davvero raffinati ma soprattutto dalla enorme disponibilità.
Ci ha ringraziato per avergli dato modo di rilasciare quest'intervista. Crediamo invece che ogni fan dei Coldplay deve essere riconoscente a lui per quello che ha deciso di condividere e per la passione, il talento e la dedizione che traspare da questo breve colloquio così come dal suo lavoro e dalle sue opere.

Ciao Davide. E’ un onore per noi di Coldplayzone poterti intervistare. Innanzitutto ti ringraziamo per averci concesso la possibilità di fare quattro chiacchere con te…
Quando hai ricevuto la proposta di lavorare con i Coldplay? E, soprattutto, cosa realmente significa avere a che fare con loro?
Durante il 'Twisted Logic Tour' europeo, sono diventato molto amico dei ragazzi, ma solo dopo la fine del loro e del nostro tour (parlo di quello dei Goldfrapp), abbiamo cominciato a frequentarci a Londra, dove io, Jonny e Guy ci trovavamo spesso in qualche pub a parlare di musica ed a bere qualche birra insieme. Durante l'estate del 2006, Jonny cominciò ad accennare al fatto che avrebbero voluto provare qualcosa con un violinista e che avevano pensato a me. La cosa divenne realtà nel novembre dello stesso anno, quando li visitai nel loro studio di Londra. Mi ricordo ancora che stavano lavorando su un pezzo che si chiamava allora 'LeftRightLeftRightLeft' e mi chiesero di provare qualche linea di violino su di esso. Appena attaccato con la mia Violectra, notai Chris saltellare in sala di regia e da allora sono diventato parte del team. Lavorare con loro e' sicuramente non solo un grandissimo piacere ma anche una grande responsabilita', che richiede il 150% d'impegno da parte di tutti coloro che sono coinvolti nel progetto. Nessuno escluso. Chiaramente, lavorando a questi livelli e con questa intensità non si possono non raggiungere quei risultati che, come credo, saranno apprezzati nel prossimo disco che uscirà in poco meno di due settimane.

Il ‘popolo dei Coldplay’ ha amato sin da subito ‘Bucket For A Crown’, nata quasi dal nulla ma poi capace di ritagliarsi un posticino nel cuore dei sostenitori della band di Chris, Jon, Will e Guy. Vuoi raccontarci la genesi di questo brano così intimamente coinvolgente e che il tuo violino ha reso davvero suggestivo?
Eravamo in studio, come tutti i giorni, a lavorare sulle demo. A meta' pomeriggio Chris mi chiese se avevo voglia di fare una comparsata con lui a questo concerto di beneficenza alla Union Chapel, nel nord di Londra. Io chiaramente gli dissi di si e provammo subito tre pezzi, che decidemmo di fare sul momento, con chitarra e violino acustico e 'Bucket for a crown' con il piano. Mi ricordo che Chris menzionò il fatto che lo scrisse la sera prima. Li provammo per un paio di volte e poi partimmo direttamente per la chiesa, dove ci esibimmo un po' piu' tardi. Quella fu l'ultima volta che sentii quel pezzo, perchè penso che dopo non venne nemmeno preso in considerazione per quello che riguardava una possibile scaletta per il disco.

Poi sei passato a ‘Viva La Vida Or Death And All His Friends’. Qual era l’atmosfera che si respirava lì al Bakery? Ti sentivi libero da qualsiasi vincolo e in grado di osare di più anche tu?
Be'... diciamo che il titolo dell'album e' arrivato molto piu' tardi... comunque... il periodo migliore per me e' stato proprio l'inizio, i primi tre mesi, quando ancora si lavorava sulle demo. Ogni giorno Chris arrivava con nuovi pezzi da aprire e da provare. Una grande emozione lavorare con uno scrittore di canzoni del suo calibro. Poi con Jonny, Guy e Will si provava a ricreare quel sound che magari Chris aveva in mente, anche se molte idee gli venivano proprio ad ascoltare quello che sentiva dalla band. Io suonavo sempre, come volevo e cosa volevo, i limiti me li imponevo più che altro da me stesso, come fa in genere ogni musicista di una certa esperienza. Notavo un'apertura nei miei confronti da parte loro quasi sbalorditiva. Avendo gia' lavorato con numerose band nel passato, ho trovato i Coldplay molto generosi nello spazio concesso ad elementi esterni.

In studio i Coldplay, ma anche Brian Eno, Markus Dravs, Rik Simpson e Michael H. Bauer. Tutte queste forti personalità ti hanno permesso di crescere ancora sotto il profilo della maturità artistica oppure si è trattato di un’esperienza come tante altre?
Ogni esperienza in studio, quando fatta con qualità, serve a far crescere qualsiasi musicista o tecnico che ne sia coinvolto. Ovviamente con un team del genere le possibilita' sono grandissime. Brian è una persona di una squisitezza ed un'esperienza direi leggendarie. Bastava la sua presenza per creare in noi tutti la volontà di superare i nostri limiti in tutto e per tutto. Rik l'avevo conosciuto il primo giorno che avevo visto la Bakery ancora in costruzione con Guy. Lui era lì per controllare che tutto fosse sistemato come si deve. Sono troppo contento per Rick, perchè lui aveva cominciato questo lavoro più come ingegnere del suono, un pò come aveva già fatto nei dischi precedenti, ma poi alla fine si e' trasformato in vero e proprio produttore. Rik è quello che penso abbia lavorato piu' ore in questo album... si... anche piu' di Chris... Markus è arrivato nel febbraio 2007 (se mi ricordo bene), dopo che i ragazzi erano tornati dal tour in Sud America. Loro si presero un po' di tempo per lavorare sulle idee con Markus appunto, che, arrivato in 'ritardo' diciamo, doveva mettere i tasselli a posto. Io lo conobbi qualche settimana piu' tardi e devo dire che con un creativo come Brian ed un 'lavoratore' come Markus, il team sembrava proprio perfetto.

Will Champion ti ha definito un 'uomo-orchestra'. Ascoltando il brano 'Viva La Vida' potremmo persino pensare che la sua affermazione sia addirittura riduttiva. Come è nato questo pezzo-capolavoro? E lo sai che in Italia è ormai destinato a diventare una hit incredibile?
Eh eh... penso che 'Viva la Vida' sia destinato a diventare una hit incredibile in tutto il mondo... ne parlavo con Phil proprio pochi giorni fa al telefono... Mi ricordo che la prima volta che sentii 'Viva la Vida', fu a giugno, a New York, quando andai a lavorare con Chris per mettere su l'arrangiamento di un'altra canzone chiamata 'Rainy Day', che poi però venne scartata dall'album. Mi ricordo ancora Chris cantare davanti a me con la sua solita passione e foga. Mi ricordo le discussioni sul testo, da subito imponente. Mi dava una sensazione, come di qualità redentiva, persino per colui che, essendo stato un tiranno o un dittatore, riesce a vedere tutto cio' che non possiede più in un altro modo, in modo più umano. Mi ricordo che fu proprio a New York dove buttammo giù il famoso loop d'inizio. Il resto della traccia l'ho registrata a gennaio del 2008. Di giorno provavo con i Goldfrapp per il tour che ora stiamo facendo, e di notte registravo gli archi di 'Viva la Vida' e poi chiamavo Chris, che in quel periodo stava a New York. Per quello che riguarda la definizione di 'uomo orchestra'... diciamo che questo tipo di lavoro, come si suol dire, lo faccio da una vita ed ogni volta cerco di metterci qualcosa di piu', qualcosa di speciale, qualcosa di magico... ed a volte mi stupisco del fatto che ogni tanto mi riesce...

Abbiamo potuto ascoltare qualche stralcio di 'Yes', la canzone in cui tu sembri davvero dare il meglio di te e quella che più sublima il tentativo dei Coldplay di esplorare nuove sonorità e di fare propri esperienze e sapori mai toccati prima. Quanto questo aspetto ha spianato la strada per il tuo lavoro?
'Yes' e' stato un osso duro, non e' stata mai facile da interpretare e fino all'ultimo penso che sia stata in bilico fra l'essere o meno nell'album. Nella prima take che facemmo agli inizi del 2007, il riff d'archi era semplicemente un violino elettrico solista, cosi' come il resto della parte Cale-iana diciamo... poi a giugno, durante le sessions all'Air Studios, ho buttato giù l'orchestrazione del riff appunto, e quando Chris, Jonny ed i ragazzi la sentirono, fu quello il momento in cui decisero di voler piu' archi e piu' archi fatti in quel modo. L'intro di 'Yes' lo scrissi a New York a luglio e me lo dimenticai nel mio hard disk fino a febbraio del 2008 (ride, ndr) quando ultimando, proprio in quel febbraio, gli archi di 'Viva la Vida', mezionai a Chris che avevo fatto un intro per 'Yes'. Lui lo volle sentire ed alla fine disse: 'Yes!' (ride, ndr)

Raccontaci, se puoi, il più simpatico aneddoto avvenuto in sala di registrazione…
Durante gli inizi registravamo tutto, ogni prova, ogni pezzo ed anche tutte le discussioni. Poi entravamo in sala d'ascolto e risentivamo tutto. Un giorno, risentendoci, ebbi la 'sfortuna' di sentire il mio accento inglese alquanto maccheronico (a mio avviso perfetto ovviamente, almeno fino a quel momento)... Chris prese subito la palla al balzo e cominciò ad imitarmi... da quel momento, tutta la band, Eno compreso, cominciarono a parlare in un inglese un pò meno inglese ed un pò più... Rossiano! (ride, ndr)

Telegrafico: un aggettivo per descrivere Chris, Guy, John e Will…
Chris: entusiasta! Guy: riflessivo. Jon: con un cuore grande così. Will: presente.

Quando si fa una retrospezione mentale di quello che si è prodotto e suonato, si fa fatica a determinare quale sia stato il lavoro meglio riuscito, perché si è indissolubilmente legati a tutto ciò che è scaturito dalle proprie mani e dalla propria inventiva. Hai una certa preferenza o un qualsivoglia particolare legame ad una traccia che hai creato ed eseguito per i Coldplay oppure tutte, per te, hanno la stessa rilevanza e un uguale significato?
Per me è un tutt'uno. Ricorderò questo periodo come uno dei più creativi della mia carriera, almeno fino a questo momento. Non sono particolarmente legato ad un pezzo in particolare e sinceramente non ho ancora avuto il tempo per digerire un anno e mezzo di lavoro, visto che mi sono ritrovato subito in sala prove con i Goldfrapp ed in studio con i Verve... diciamo che tendo ad essere positivo sul lavoro fatto, se la sensazione è quella di aver dato il meglio di sè... e questo penso che sia accaduto!

Puoi confessarci se, per caso, parteciperai a qualche tappa del 'Viva La Vida Tour' in qualità di 'special guest'? Magari anche per tornare a Milano e Bologna così come hai avuto modo di fare nel 2005 quando i tuoi Goldfrapp erano l’opening act dei concerti…
Lo escludo a priori, anche se non nascondo il fatto che ne sarei onorato ovviamente, ma i Coldplay sono i Coldplay e sul palco penso che un elemento esterno possa essere persino di 'disturbo'... E' possibile che magari in futuro ci possa essere spazio per uno special event o qualche cosa del genere... chi vivrà vedrà...

Parliamo un po’ di te. Dal conservatorio di Milano ai palchi e stadi di tutto il mondo ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure la sensazione che abbiamo è che sei voluto rimanere quasi in disparte, lasciando perdere i riflettori focalizzando invece la tua attenzione verso l’offrire e il costruire un tipo di musica sempre più ricercata e via via più strutturata. Nel suonare ora, ti diverti ancora come quando hai iniziato? Il trasporto emotivo è lo stesso?
Si, e' vero... fino ad ora non ho mai cercato i grandi riflettori a priori, anche se a dire la verità non li ho nemmeno mai rifiutati. La cosa principale però per me è quella di lavorare sulla qualità. Questa forse è l'eredità lasciatami da uno dei miei Maestri, Robert Fripp (grande amico e collaboratore di Eno da lunga data). Grazie a questa attitudine cerco sempre di cominciare come se ogni giorno fosse il primo giorno! E penso che questa attitudine sia quasi necessaria se uno si vuole veramente divertire nel proprio lavoro. Mi diverto? La risposta è si!

Anche se ormai vivi a Copenhagen con la tua famiglia, siamo certi che un po’ del tuo cuore e della tua anima sono rimasti nel Belpaese. Vorresti dire qualcosa a tutti quei tuoi connazionali, fans della band, che stanno attendendo con impazienza il 13 giugno per ascoltare questa nuova fatica dei Coldplay (e contemporaneamente anche il tuo grande contributo)?
Che l'impazienza e l'attesa avranno come premio un lavoro super ed un album bellissimo.

Un’ultima cosa: se senti Chris o gli altri, puoi dire da parte nostra che li amiamo e che non vediamo l’ora di rivederli qui in Italia? Sperando, naturalmente, di conoscere dal vivo anche te nella stessa occasione…
3, 2, 1... Fatto! (ride, ndr)

GRAZIE DAVIDE!