[AtomicDuster] Intervista a Will Champion [AtomicDuster] Intervista a Will Champion

[AtomicDuster] Intervista a Will Champion - periodo Parachutes

Tratta da: AtomicDuster
Web: www.atomicduster.com

Seguendo il filo della nostra intervista a Chris Martin nella precedente uscita di Atomicduster, ho fatto un po’ di domande anche a Will Champion prima del concerto a Leicester del loro tour nel Regno Unito.

Atomicduster: avete raggiunto tantissimo in così poco tempo - un singolo nella top 5, un album al numero uno, nomination per premi musicali prestigiosi e altro ancora. Cosa si prospetta adesso nel futuro dei Coldplay e che direzione prenderete?

Will Champion: Beh non vogliamo essere troppo statici perchè sennò poi tendiamo un po' a deprimerci su come le nostre vite siano diventate troppo strutturate. Ogni singola ora di ogni giorno facciamo qualcosa quindi credo che alla fine la cosa che più ci preme in questo momento è fare questo tour meglio che possiamo. Quando finiremo questa parte del tour (in Gran Bretagna) andremo in Spagna, poi in Australia, poi in Germania. E’ un lavoro impegnativo.

AD: Quando siete entrati nell’industria discografica vi siete resi conto che sarebbe diventato in pratica un lavoro a tempo pieno?

WC: Beh speravamo che lo sarebbe diventato. Eppure i miei parenti ancora mi chiedono “Qual è il tuo vero lavoro?”

AD: Tutti si aspettavano che avreste vinto il Mercury Music Prize. Ci siete rimasti male che abbia invece vinto Badly Drawn Boy, e poi li prendete seriamente questi premi?

WC: No, non ci siamo rimasti male, e no, non li prendiamo seriamente. Non saprei, è una cosa un po' strana. È bello essere candidati ad un premio ma alla fine è solo una schiera di giudici e a volte sorgono dei dubbi su come questi giudici selezionino il vincitore.

AD: L’inevitabile reazione che tutte le band di successo innescano è già iniziata, non ultima l’affermazione di Alan McGee secondo cui voi sareste dei “piscia-a-letto”. Vi siete sorpresi dei suoi commenti e come vi hanno toccato personalmente?

WC: A dirla tutta non mi sono fatto nessuna opinione. È una di quelle cose che ci chiedono sempre tutti ma non possiamo fare niente per evitarlo.

AD: Quindi non finirà come la lotta all’offesa tra Robbie Williams e Liam Gallagher?

WC: Assolutamente no. Il fatto è che la maggior parte delle critiche che abbiamo ricevuto non riguarda la musica, ma il fatto che non abbiamo fatto nulla per 15 anni. Così la gente si chiede perché siamo dove siamo e credo che in effetti sia anche un po’ scortese da parte loro. Se una persona è appassionata di musica, non importa da dove venga o chi siano i suoi genitori, gli deve essere data un’opportunità.

AD: Considerato il livello così alto del vostro ultimo album, vi sentite addosso la pressione dovuta alle enormi aspettative per il secondo? Come sperate di realizzarne uno migliore?

WC: Ci siamo messi pressione, ma se non lo avessimo fatto, avremmo solo continuato a produrre schifezze e non è quello che vogliamo fare. Realizzeremo il secondo album solo nel momento in cui saremo sicuri che è migliore del primo. E per farlo credo che dovremo vivere in modo semi-normale per scrivere musica decente che non parli solo di mini bar e hotel, cosa che attualmente non siamo riusciti a fare. Siamo sempre in giro. Il prossimo anno saremo operativi due settimane si e due settimane no, per cui staremo a casa a scrivere canzoni e poi per due settimane ce ne andremo in tour, a fare promozioni e altro.

AD: Guardando la classifica cappeggiata da canzoni dance e da boy band, che arrivano a questi risultati soprattutto grazie ad enormi campagne pubblicitarie, è stato difficile farsi notare e raggiungere il vostro risultato?

WC: La cosa di cui siamo più orgogliosi è che non è stato certamente merito di una faticosa e stupida campagna di marketing. E’ stata più una crescita naturale che si è basata sui passaggi radiofonici ed esibizioni dal vivo. Ho questa specie di amore e odio per i giornalisti musicali perché cercano di descrivere a parole ciò che in realtà è impossibile da spiegare. E’ per questo che si parla di musica. E poi possono distruggere in poco tempo il lavoro in cui una persona ci ha messo tutta la sua anima e impegno solo con un articolo. E’ una cosa troppo volubile. Se a qualcuno, diciamo a NME, piace una band… bene, se invece la odia verrà dimenticata in poco tempo.

AD: Siete invitati a un sacco di feste dello showbiz o piuttosto le evitate come la peste?

WC: Come dicevo prima, è una cosa che non ha nulla a che vedere con quello che facciamo, cioè la musica, quindi tendiamo ad evitarle… anche se Guy è andato al party di Kylie l’altro giorno!

Aaahh, non dirmelo. Sono segretamente ossessionato da Kylie. Ho anche il suo minivideo con "Je Ne Sais Pas Porquoi". Ok basta con il mostro dagli occhi verdi per ora…