[NME] Viva La Revolution

No agli inni
No a Glastonbury
Non voltarsi indietro
VIVA LA REVOLUTION

Alla vigilia del loro ritorno, i Coldplay hanno invitato James McMahon nel loro quartier generale. Lui ha trovato una band preccoupata per il passato, ma con un nuovo coraggioso manifesto musicale.

In qualche luogo nel Nord di Londra – dove finisce Camden e inizia Primrose Hill, all’inizio di un’anonima viuzza, di fronte a un complesso consiliare – c’è una vecchia panetteria. È stata inutilizzata per anni, comunque non per fare pane. Non è certo il luogo che uno si aspetterebbe possa essere la base della nascita di uno dei più grandi ritorni musicali dell’anno.
E invece, ai nuovi abitanti dell’edificio – il cantante Chris Martin, il chitarrista Jonny Buckland (entrambi in procinto di incontrare NME oggi), il bassista Guy Berryman e il batterista Will Champion (entrambi comunque occupati) – la panetteria serve proprio a questo. Le sue mura imbiancate forniscono una sorta di rifugio, un posto dove creare e fare il bilancio prima che le ruote della band londinese inizino a ruotare di nuovo. 'Ero solito camminarci davanti ogni giorno e pensavo 'Che posto orribile!'' dice Martin. 'Poi un giorno la scritta "In vendita” apparve fuori. Pensai 'Mmm quel posto è davvero brutto, credo che nessuno ci disturberebbe se ci trasferissimo lì…''.

Anche Buckland ama la nuova base della band: 'E’ la prima volta che abbiamo una vera casa della band da quando facevamo le prove nella mia stanza nel 1999', sorride. Ha fatto una grande differenza!'.
'Hey!' dice Martin all’improvviso, con i braccialetti colorati di plastica che ciondolano dai suoi polsi. 'Vuoi fare l’intero tour?'
Beh sarebbe stato scortese dire di no…
Al primo piano c’è lo studio, la stanza principale con tutto l’equipaggiamento della band. La cosa impressionante è che al centro della stanza si trova un tavolo di registrazione con gli ingegneri dellla stanzetta eretta nel Backery intenti a lavorarci attorno. Martin si appoggia, con fare cospiratorio: 'Si stanno preparando per quando andremo in giro'.
Il più lungo dei 4 muri dello studio rappresenta un murale della Terra dallo spazio, […]. Gli altri muri sono rossi, con slogan e scarabocchi scritti sopra di essi con colpi di pittura nera – uno dice 'Viva la Vida, l’altro riporta disegni della band e dello staff. 'Li ho fatti io' dice Chris con orgoglio, trascinandoci intorno per guardare meglio i suoi nuovi acquisti.
Come in ogni studio di registrazione, oltre il vetro si trova la camera di controlllo. Ma a differenza di ogni studio di registrazione, invece, in ogni piccolo spazio di muro ci sono foto tagliate dalle riviste che rappresentano una grande varietà di icone della musica. PJ Harvey è lì, come gli Stones. 'E gli A-Ha' ridacchia Martin. 'Amiamo gli A-Ha, noi Coldplay'.
Poi, passati i vasi di piante e molti più bagni rispetto a quanti i ragazzi potrebbero mai aver bisogno (Chris: 'Sono 5, è ridicolo!'), proprio all’inizio delle scale è appeso il famoso quadro di Astrid Kirchherr dei Beatles in 5 pezzi: cinque ragazzi rivestiti di pelle che fanno gli stupidi su un camion ad Amburgo. La scala conduce in una stanza sopra lo studio; un ufficio di varia roba. Sugli scaffali ci sono tomi che variano dalle storie di Sherlock Holmes a 'La storia della marina moderna'.
Noi tre parliamo dei nostri dischi preferiti del momento, scoprendo che Chris vuole vedere i Gallows ma ne è 'terrorizzato', finalmente cita Amy Winehouse e prima ancora i REM, e il suo grande consiglio sono i Yeasayer. Parla di come sua moglie, l’attrice americana Gwyneth Paltrow, faccia fatica a capire come cambi velocemente la scena musicale in Gran Bretagna, mentre i membri di entrambi gli 'schieramenti' esprimono la loro 'completa ammirazione' per i Muse, la band che li ha portati con sé per il loro primo tour.
Buckland inoltre annuncia che gli è capitato di vedere Dom l’altro giorno 'da Mark & Spencer’s con sua mamma'. Poi la conversazione torna su Glastonbury – Chris è contento che i Coldplay non ci suoneranno quest’anno. 'Per inciso, penso che è fantastico che Jay-Z sia l’header', sorride 'Ha bisogno di essere un po’ aggiornato, sai?'. Poi Jonny Buckland affonda in un grosso puffo. Chris Martin sceglie di distendersi sul pavimento.
NME è stata invitata alla Panetteria oggi per sentire e per parlare dell’album in uscita dei Coldplay, 'Viva La Vida Or Death And All His Friends'.
Ci hanno promesso 20 minuti di session con la band, con Martin e Buckland che ci avrebbero guidato traccia dopo traccia alla scoperta dell’album. All’insistere di Chris Martin ci è stato concesso molto di più: due ore.
Come già largamente detto, questi sono dei tempi difficoltosi per l’etichetta dei Coldplay, la Emi, e parlando in ambito commerciale, si aspettano molto dal loro nuovo lavoro. La label ha insistito molto sulla protezione dell’uscita dell’album dal trapelare della tabella di marcia – nella nostra visita agli uffici della casa discografica, in rotta verso la Panetteria, il disco è mostrato solo da dentro la santità di una cassaforte di ferro, mentre NME è puntualmente gratificata con un cd confidenziale, stipulato il patto che non parleremo del contenuto del cd a nessuno che non sia parte dello staff di NME.


In ogni caso, Chris Martin si offre di farci una copia poco dopo il nostro arrivo. 'E’ una cazzata poter sentire un cd una volta sola… in un ufficio poi', sospira. 'Voglio dire, pensai che 'Ok computer' facesse schifo la prima volta che l’ho sentito'.
Ma anche lontano dal bagliore di aspettativa emanato dai loro contabili ('Non pensiamo a nessuna cosa di quel genere', sono d’accordo loro), è un cd che solleva anche un arsenale di domande riguardo alla loro rilevanza nel panorama della pop music di oggi. Tanto per iniziare, non c’è stata più nuova musica dei Coldplay dal 2005 e il panorama musicale in cui arriva 'Viva la Vida' è quasi irriconoscibile rispetto a quello in cui regnavano l’ultima volta. Secondo, il cd che uscirà a giugno 2008 è stato costellato da ritardi.
Martin dice: 'Abbiamo passato un sacco di tempo in studio, per poi registrare, alla fine, praticamente tutto in 20 minuti', ma questo non chiarisce come mai a marzo 2007 disse a GQ che avrebbero lavorato con Timbaland all’album, una collaborazione che poi non ha mai avuto luogo. Nè perché a ottobre la band annunciò sul sito che avevano finito due canzoni, 'Famous Old Painters' e 'Glass Of Water', canzoni che alla fine hanno fallito all'atto dell'incisione finale (anche se misteriosamente, entrambi i titoli appaiono su una lavagna bianca agli studi della Panetteria, sotto le parole ‘Flotsam & Jetsam’). 'Solo qualche idea che abbiamo…' dice Buckland, educatamente rifiuta di approfondire. Terzo, c’è il fatto che hanno deciso che non ci tengono particolarmente al loro ultimo lavoro 'X&Y' dopo tutto. Cosa che forse pone l’ultima domanda sul ritorno della band: chi e cosa esattamente sono i Coldplay nel 2008?
'E’ giusto dire che il cd [X&Y] è stato… problematico', dice Buckland. 'Diciamo che il cd contiene alcuni dei più bei pezzi della band, anche se forse è ‘moscio’', ride. 'Intendi le ultime canzoni?, gli chiediamo. 'Sì, lo pensiamo anche noi ora'.
'Mi sento come se avessimo ogni cosa da dimostrare, e a tutti questa volta' dichiara Martin. 'E’ un momento interessante per essere in una band ora. Nessuno vende cd, tutti sono molto distrutti e depressi sempre… in un modo che ci fa sentire quasi schiavi'.
Cambiando argomento, Martin stende la mano: 'Vorresti delle noci e dei semi?' chiede dal pavimento, sputacchiando una boccata di cereali. NME educatamente declina, aggiungendo che non siamo grandi amanti di noci e semi.
'Nemmeno io. Ma tu sai cosa mi ha detto Mani?', si batte la pancia e prende un’altra manciata. 'Ha detto: ‘Nessuno è come una pop star grassa, Chris’' ride. 'Sono su quella strada, sai…'.

Chris Martin è quello che gli psicologi descriverebbero come una 'personalità multipla', che passa dal rassicurante al vulnerabile come un autista che impara a guidare. È gentile comunque (insiste per prenotarci un taxi per tornare a casa) e spesso affascinante (stranamente informa NME che abbiamo un “bel naso”). Ma ci sono momenti in cui sembra essere anche infuriato, evasivo riguardo alle nuove canzoni, tendente a partire per la tangente (una buona parte della nostra conversazione è spesa a meditare sulle navi che uccidono le balene) e, alle volte, parla tramite insopportabili fesserie.
'Ogni canzone è il nostro tentativo di cambiare colore' dice. 'Non importa se il cd è buono o cattivo. Importa che sia pieno di colori. Le canzoni dovrebbero essere sapori, cose che non abbiamo mai provato ad assaggiare prima'. Gli diciamo che sembra felice come un hippy. Sorride, prendendo la nostra sottigliezza come complimento.
Malgrado tutto, comunque, la sfaccettatura principale del carattere psicologico di Chris Martin rimane la sua fede equilibrata. Avete presente quelle persone che solcano la vita con il loro cuore nelle loro maniche? Il cuore di Chris Martin tende a scivolare dalla sua manica e a cadere sul pavimento.
'C’è un verso nel cd che dice ‘Just because I’m losing/Doesn’t mean I’m lost'', dice. 'Significa che quali siano le fionde e le frecce che arriverrano lungo il cammino, devi solo continuare ad andare avanti. È il mio motto. È abbastanza lungo come motto e non è in latino, ma è un motto abbastanza buono!'.
Sarà anche il motto del cantante della band, ma è un pò il 'modus operandi' della band stessa. Confusi da 'X&Y', un cd di cui hanno perso fiducia anche se ha venduto e venduto e venduto (il terzo cd con record di vendita appena uscito, dicono i fatti), i Coldplay avevano bisogno di riscoprire per quale motivo erano qui. In 'Viva La Vida' hanno deciso di credere in se stessi.
'Pensavamo: ‘Non possiamo in alcun modo diventare più grandi, diventiamo solo migliori'', rivela Martin. 'Veramente siamo un po’ spaventati perché abbiamo lasciato da parte la scialuppa di salvataggio stavolta. Non è che abbiamo delle canzoni nel cd di cui pensiamo 'Oh, va bene, perché sappiamo che le canzoni grandi sono lì' – ne avevamo alcune di quelle ma le abbiamo lasciate fuori. Abbiamo deciso che era il momento di mostrare il passo che la band avrebbe potuto fare in avanti'.

Sono stati aiutati, per questa 'nuova chiamata', dalla scelta dei loro produttori; dall’inizio sono stati raggiunti alla Panetteria sia dal maestro della Roxy Music, Brian Eno, che da Markus Dravs. 'E’ stata un’idea di Brian lavorare con noi', dice Martin. 'Ci siamo incontrati per un tè e abbiamo iniziato a montare le macchine. Poi anche Markus è arrivato dagli Arcade Fire, dopo aver lavorato a 'Neon Bible'. Win disse: ‘Dovreste lavorare con questo ragazzo. Vi darà una forma''.
'Ci ha fatto sgobbare come cani', concorda Buckland. 'Markus ci ha forzato a cambiare tutto il nostro solito modo di lavorare e poi a vedere dove ci avrebbe portato'.
E in accostamento all’allegoria di Martin di 'colori e sapori', Viva la Vida è certamente il più vario cd dei Coldplay. Inizia con la strumentale-frizzante-fradicia 'Life in Technicolor', prima che la band si getti nel territorio oscuro; le loro anime eternamente ottimiste sono calpestate nella seconda incerta canzone 'Cemeteries Of London'. È gotica come i vecchi fumetti di Batman, paurosa come le canzoni elettriche di Cat Power. Martin la descrive puntualmente come il loro tentativo di descrivere una 'marcia degli spettri' – un salto dalla luce alle tenebre in sole due canzoni.
'Se ascolti, ci sono molte cose dentro', concorda Martin, compiaciuto che stiamo tirando il succo. 'C’è sesso e morte e amore e paura e viaggio e donne e malattia. C’è tutto lì dentro…'.
Il cd gira intorno a una canzone che parla di tutti quei temi, anche se distribuiti in tre segmenti che compongono l’opera centrale del cd, 42. Prima c’è la scarsità, una intro a piano riverberato e inzuppato alla Trouble, poi c’è il coro anelante ('there must be something more', grida forte Chris). E poi? Poi traspira in qualcosa di inspiegabilmente strano, non c’è quasi la sorpresa a scoprire che il segmento è stato ispirato dall’industria di metallo tedesca targata Rammstein. È anche una canzone che si leva il cappello di fronte ai lavori più esoterici dei Radiohead.
'Per quanto riguarda chi stiamo plagiando in ogni canzone' - dice Martin lievemente e sardonicamente - 'sono sicuro che il pezzo in mezzo è stato ispirato da loro. Decisamente viene dal campo prog – non voler solo ripetere un ritornello, come in 'Bohemian Rhapsody' e 'Happiness Is A Warm Gun' o simili'.
Altre scelte includono la spavalda e confusa ‘Viva la Vida’ che vede Martin abbandonare il suo falsetto regolare per qualcosa che potrebbe essere succintamente descritto come un Bono che fronteggia i Soundgarden con gli archi pugnalati di John Cale. Oppure, la canzone che si trova sulla copertina di questo magazine, l’Oasis-scimmiottatura ‘Violet Hill’ ('E’ molto arrabbiata. In quella mi sento solo tipo 'Fanculo, diciamo loro solo come è davvero'). Oppure ‘Yes’ che suona come il tipo tipicamente inglese di canzone di protesta che era solito scrivere Billy Bragg, solo ri-mmaginata nel multimilionario bilancio di una rock band.
Poi, dipendente dal vostro barometro interno di cinismo, ‘Lost!’ è sia la canzone che farà da colonna sonora agli appelli in TV che mostrano mosche svolazzanti davanti agli occhi dei bambini africani sia – e per piacere trovate la sincerità in questa iperbole – veramente, il più ottimista, gioioso, momento spirituale mai registrato dai Coldplay finora.
È un inganno che hanno dispiegato lungo tutta la registrazione, dalla vibrante chitarra scivolosa di 'Strawberry Swing' alla chiusura con 'Death And All His Friends”, più ninna nanna che canzone pop: prendendo la maestosità del gonfiore del petto del loro passato cantare insieme, e pizzicando i loro cromosomi – “X&Y…e Z” forse – per fare canzoni con buchi e fessure in cui avventurarsi, [...].
'Abbiamo cercato di non scrivere troppe canzoni tradizionali troppo ordinarie questa volta' dice Buckland. 'C’è il pericolo che se metti delle canzoni ordinarie una dopo l’altra, la prima non suona più così grande'.
'Penso che eravamo un po’ troppo tradizionalisti dopo X&Y', concorda Martin. 'Abbiamo cercato di renderle un po’… diverse, stavolta'.
Hanno fatto attenzione anche alla presentazione. Scorrendo alla traccia numero cinque ('Lovers in Japan/Reign of Love') e sei ('Yes/Chinese Sleep Chant') le due canzoni sono condivise nella medesima traccia, 'così che sia meno costoso su iTunes', spiega Chris. 'Due canzoni al prezzo di una. Ne compri una, ne prendi una gratis – viene dal lavoro da Kwick Save, secondo me. Come ho detto prima nessuno compra più gli album, certamente nessuno compra gli album interi e noi abbiamo fatto un album che bisogna avere dall’inizio alla fine. Non per sembrare borioso, ma il cd è fatto per funzionare come un film – un ascolto dall’inizio alla fine'.
Davvero lavoravi da Kwick Save, Chris?
Lui sorride. 'Sì, l’ho fatto. Ma dopo un po’ mi dissero: ‘Ascolta Chris, lo so 'X&Y' non era molto buono, ma veramente, non devi continuare a venire a lavorare qui…’.


Martin e Buckland scoppiano in un attacco di risatine. Il suono rimbomba nella loro nuova casa. In un luogo nel Nord di Londra, c’è una panetteria. Non è stata usata per anni. Ma intanto che i Coldplay stanno lottando per reinventare se stessi, sta ancora 'cucinando' all’interno…