[MTV] Viva La Vida: Tutto a tutti, 'Più grande del suono'

A chi piacerà il nuovo album dei Coldplay? A tutti quelli a cui sono piaciuti i precedenti.

Il disco: I Coldplay diventano davvero minimalisti in Viva la Vida
di James Montgomery

Considerando tutto ciò che c'è dentro, si può affermare che i Coldplay abbiano deciso di assegnare al loro nuovo album due titoli in apparenza così diversi (l'album si intitola Viva la Vida or Death and All His Friends, nel caso non lo sapeste). Al di fuori di tutto, è la cosa più “bipolare” che abbiano mai fatto.



Dal punto di vista dei testi, è sempre presente l'ossessione per un dualismo, in tutto, che rimugina in profondità su vita e morte, sul piacere del corpo e l'angoscia spirituale, sul vuoto della ricchezza e l'umiltà della povertà (tutto cantato da una rock star miliardaria con una moglie premiata con l'Oscar, tutto normale). Dal punto di vista musicale, è grande come la Sagrada Familia e microscopico come un quark, prima tutto corde e campane, un minuscolo pianoforte e poi vibranti energie di sintetizzatori (e così sorprendentemente essenziali per un album prodotto da una leggenda della musica elettronica come Brian Eno). Per quanto riguarda i temi, l'album è focalizzato profondamente sia sulla celebrazione della vita che sul cruento business della rivoluzione, due ideali agli antipodi che hanno un senso, nel fondersi in un solo concetto, se vi si riflette abbastanza a lungo. Nel rimanere fedele a questo (non-) ideale, l'album prende il titolo da un quadro solare di Frida Khalo, tuttavia però si caratterizza per il dipinto pieno di dolore di Eugène Delacroix della copertina.

Essenzialmente, ci sono circa 15 album diversi, nascosti da qualche parte in Viva, ognuno dei quali spazia tra situazioni così diverse, a diversi livelli di qualità. E questo non deve essere necessariamente considerato un difetto, sebbene ci porta a “esaminarlo” in contesti reali vicino all' impossibile.

Quindi, piuttosto che provarci, forse l'approccio migliore è considerare l'album come isolato da tutto, al di fuori di ogni concetto. Questa non è una recensione di Viva la Vida, per questi motivi: A) recensire significa inquadrare, e un album di questa portata, profondità e immensità non può essere costretto in questi limiti; e B) comunque sia, un qualsiasi fan dei Coldplay si farebbe mai influenzare da una recensione?

Ecco quindi cosa c'è di buono in quest'album: in apertura e in chiusura un unico pezzo strumentale, un delizioso e luminoso particolare che la band ha composto insieme all'artista di musica elettronica Jon Hopkins. E' terreno e maturo senza esagerare. Dal cantare deciso in toni bassi di Martin fino al “religioso” e maestoso lavoro di chitarra di Jonny Buckland, Viva fa immaginare una band che si sgranchisce le gambe, essendosi guadagnata il diritto di farlo, o ancora un testamento verso loro stessi (o forse verso Eno), c'è anche una certa consapevolezza di sé che arriva solo dopo aver capito che molti dischi di band che si sgranchiscono” le gambe” sono in realtà terribili.

Le canzoni esprimono chiaramente propositi e performance, sia che si parli delle chitarre da Bolero in sottofondo in "Cemeteries of London,", la struttura incalzante di "42," o l'R&B distorto nel bel mezzo di "Violet Hill." E ci sono tre canzoni del disco che uniscono molto naturalmente due canzoni in una: "Lovers in Japan/ Reign of Love" inizia con un eccentrico piano per trasformarsi in un raffinato minuetto; "Yes/ Chinese Sleep Chant" inizia con corde 'estatiche', per poi spostarsi verso una ripresa eccitante in una confusione spirituale e si conclude con la voce di Martin intrappolata dietro ad un muro di ghiaccio; e "Death and All His Friends/ The Escapist" chiude il disco con dei deliziosi pezzi di piano, un grande e pulsante esercizio di batteria e finalmente la stessa impronta estatica che apre l'album, questa volta con una parte cantata di Martin, "And in the end/ We lie awake and we dream of making an escape."

E dato che siamo in tema, nel disco il modo di scrivere di Martin è si, tremendamente aperto, ma anche irresistibilmente velato. Nel primo caso, in "Lost!" c'è il lamento, "Just because I'm losing doesn't mean I'm lost"; in "Yes" lo sentiamo cantare ad un certo punto, "When it started we had high hopes/ Now my back's on the ropes", e poi in un altro "It's not easy when she turns you on"; e in "Violet Hill" lo vediamo mentre implora, "If you love me/ Won't you let me know." Passando invece al secondo caso, possiamo citare "Viva La Vida," che sembra essere cantata secondo la prospettiva del Monarca francese destituito Carlo X ; in "Death and All His Friends" lo sentiamo supplicare qualcuno, "So come over, just be patient, and don't worry"; e "42" è piena di citazioni di anime a cui è stata negato il paradiso e "those who are dead ... living in my head." (Ve l'ho detto che era bipolare!)

Passando alle cose che non vanno, beh, sostanzialmente sono sempre le solite cose che sono da considerarsi buone nel disco. Ci sono molti argomenti da cui partire — in Viva sembra davvero di sentire una band che cerca di essere tutto per tutti — ma quando si tratta di una band di alto livello come i Coldplay, questo significa solo colmare le proprie lacune, dato che, insomma, “tutti” è l'obiettivo demografico.

Arrivati a questo punto, tutto ciò che ho appena scritto non ha senso né valore. A chi piacerà il nuovo album dei Coldplay? A chiunque siano piaciuti i vecchi album, che praticamente equivale a dire tutto il pianeta. Siete tra quelli che snobbano i blog? Controllate! (ammetterete scocciati di apprezzare Parachutes and A Rush of Blood to the Head). Ragazze delle confraternite? Ma si!! (grandi fan di "Fix You,", che pensano a quanto è attraente Chris Martin). Uomini di affari che amano emanciparsi nei weekend? Ci sono anche loro (vanno ai festival delle radio rock, hanno l'iPod perché Viva la Vida è nello spot). L'esercito dei Coldplay è enorme e leale. Li seguirà fino alla fine del mondo. E comprerà, comprerà , comprerà — qualsiasi cosa accada.

E si ha la sensazione del perché Viva sia così, insomma, “totale”. Felice, triste, ombroso, claustrofobico, bello, vizioso... Tutto dipende da quale versione state ascoltando in questo periodo. É un gran disco? Si, in parte. É migliore di X&Y? Decisamente si. Di A Rush of Blood? Forse, ma probabilmente no. E ancora, potreste non essere d'accordo. 'Viva la vita', appunto. Ma anche 'ecco a voi la morte'. Dipende da quale parte del demo state ascoltando.