[DigitalSpy] Coldplay: recensione di Ghost Stories - il dolore di Chris Martin si trasforma in oro

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Saltava sul palco dell'Emirates Stadium nell'estate del 2012, era l'uomo che aveva tutto. 60.000 fans che ogni notte cantavano ogni inconfodibile hit della sua band; una bellissima moglie di Hollywood e due bambini in una rispettabile casa nell'elegante nord-ovest di Londra; e il conoscere la direzione che avrebbero preso nel futuro nonostante tutto, avrebbero sempre fatto sold-out nei più presitgiosi stadi del mondo.

Ma se esistesse un esempio le cui apparenze potrebbero deludere, eccolo. "Circa due anni fa, ero distrutto perchè non ero più in grado di godermi quello che sapevamo fare bene, le belle cose attorno a me," Chris Martin ha dichiarato a Zane Lowe in una recente intervista, che - quando il dj di Radio 1 ha toccato l'argomento della separazione di Martin da sua moglie Gwyneth Paltrow - è stata piuttosto toccante da ascoltare mentre il frontman provava a formulare una risposta senza essere preparato riguardo alla nevrosi che ha "ferito le persone che amo".

Sin dai tempi di Parachutes nel 2000, quando Martin si scusava con i fan durante il primo tour dei Coldplay ("So che siamo diventati una band mediocre, che vende tanto. Ma non lo volevamo veramente."), un'affascinante aura di disagio in stile Woody Allen lo ha accompagnato. Ma le sue insicurezze - la situazione è stata enfatizzata dalla crescente popolarità dei Coldplay, le controverse reazioni che seguirono e, anche gli sforzi per far far funzionare un matrimonio - gli hanno impedito di godere del suo successo e hanno in parte contribuito alla 'consapevole separazione' tra lui e la Paltrow; è davvero fo**utamente triste. Anche se ci ha dato il migliore album dei Coldplay dai tempi di A Rush of Blood to the Head, Ghost Stories.

Se pensavate che avessero già composto canzoni strazianti, queste vi colpiranno come un attacco di Magneto. Il peso di 'True Love' e 'O' non è confrontabile con 'The Scientist' e 'Fix You'. "Tell me you love me, if you don't then lie to me," il sentimento di urgenza nella trascendente 'True Love', prima di diventare più meditativo ("A flock of birds, that's how you think of love... One minute they arrive, next you know they're gone") sul meraviglioso piano di 'O'. E' sorprendente quanto Martin apra la sua anima, considerato il fatto che la coppia odiava pubblicizzare la loro storia d'amore, ma si percepisce che la scrittura di questo album è stata il suo unico modo per guarire.

Però, non tutte le parole di Martin rapiscono. La banalmente-intitolata canzone 'Ink' (sui tatuaggi) costruisce melodie fantasiose sulla storia eccessivamente semplice del tatuarsi "that said 'together thru life'" ma "the pain's alright, just want a way of keeping you inside". 'Another's Arms', invece, è una canzone dove rime scadenti accompagnano momenti di tristezza: "Late night watching TV, used to be you here beside me. Wish that your arms were around me, your body on my body." Per rendere giustizia a Martin, è il primo ad ammettere di non essere Bob Dylan o Alex Turner, ma è deprimente che l'album sia così deludente quando al contrario in alcuni momenti la sua grande onestà lo rende davvero incisivo.

Come per i suoi compagni, Ghost Stories rilancia la musica dei loro precedenti album, sebbene l'aproccio minimalista dei primi due lavori sia più suggestivo. Gli ipnotici e distesi ritmi di 'Magic' e 'True Love' rappresentano una dolce produzione dopo il pop prorompente di Mylo Xyloto del 2011; le timide note di 'Oceans' avrebbero potuto essere proposte subito dopo Parachutes, ma lo sono state solamente 14 anni dopo con la consapevolezza che deriva dall'esperienza. Will Champion usa solamente la batteria elettronica e gli assoli di Jonny Buckland sono veramente pochi nell'album. E' quasi un progetto solista di Chris Martin sotto tutti i punti di vista, la band lavora per risollevarlo dalla sua sofferenza e lo aiuta a lasciarla alle spalle.

Gli accordi della canzone prodotta da Avicii e Paul Epworth 'A Sky Full of Stars' non possono che essere fuori posto, come una traccia ballabile a sè stante. Se la conclusione deve essere che dopo tutta quella preoccupazione, tutto ciò di cui si ha bisogno è un po' di amore ("I don't care, go on and tear me apart... In a sky full of stars, I think I see you"), qualcosa tra le 'Stars' dal sapore eccessivo di musica dance elettronica e l'atmosfera fredda di 'Midnight' sarebbe stata una combinazione migliore. Come traccia a metà dell'album, 'Midnight' è perfetta, prodotta da Jon Hopkins, si avvicina al genere di Bon Iver dei sintetizzatori statici e la voce di riposata di Martin si sposa bene con il vocoder.

Ghost Stories potrebbe essere il disco più deprimente che la band abbia mai pubblicato, ma non sarebbero i Coldplay se non ci fosse una luce in fondo al tunnel. Realizzando che non dovrebbe essere così oppresso dalle sue insicurezze passate - le sue storie di fantasmi - l'ultima traccia 'O' fa strada all'accettazione di Martin che deve elaborare la sofferenza e dare amore nonostante le conseguenze, per riprendersi e andare avanti. Accompagnato da sua figlia Apple, insieme intonano le ultime note, che invitano a non lasciarsi andare ed è un momento davvero emozionante.

Questo album parla di sofferenze personali e non è impeccabile, ma i Coldplay hanno ancora una volta costruito un album nuovo e diverso dai i loro lavori passati, sebbene siano rimasti ancora molto radicati al loro convincente stile. Per tutte le sue preoccupazioni, Martin è il leader di una band eccezionale sia che sappia accettarlo o meno.

Informazioni aggiuntive

  • Fonte: http://www.digitalspy.co.uk/music/review/a571369/coldplay-ghost-stories-review-chris-martins-heartbreak-turns-to-gold.html?utm_source=tw&utm_medium=dsuk&utm_campaign=twdsuk#~oEDng3qRNSdEyf
  • Autore: Adam Silverstein
  • Traduzione: Elena