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Roadie #42 - Blog #69

Roadie #42 e il giorno scomparso

Sono stato derubato, cari lettori.

Niente è stato sottratto dai miei bagagli, nessuno mi ha minacciato. Non ho sprecato soldi (a parte quelli spesi per il servizio in camera - un altro proposito per l'anno nuovo non rispettato). Che è successo? Dunque, ho trascorso 24 ore della mia vita senza neanche rendermene conto. Ebbene si, un giorno intero - rubato.

Sapete, dopo i Grammy, abbiamo avuto due giorni liberi prima del primo show in Giappone. Ovviamente, uno è stato dedicato al viaggio e quello rimanente è stato un meritato giorno di riposo trascorso a Tokyo. Appena lasciato l'hotel alle 9 di mattina per partire da Los Angeles in aereo, mi sono casualmente chiesto quale fosse la differenza di fuso tra LA e Tokyo. "Sono 16 ore avanti". Lentamente, i miei neuroni si mettono in moto. "Cosa?? Quindi ciò significa che lì è già domani?" ....E con questo, il ladro si è semplicemente volatilizzato durante la notte.

Tokyo, chiunque ve lo confermerà, è un posto straordinariamente intenso. La densità urbana verticale è impressionante. É come se Manhattan, Londra e Berlino fossero stato inghiottite da un buco nero e tu fossi stato catturato in quel preciso istante appena prima di essere risucchiato da quell'intero tutto per sempre.

Unite tutto questo al fatto che la lingua è davvero incomprensibile, l'alfabeto è semplicemente la cosa più confusa che si possa immaginare ed eccovi pronta la ricetta per sentirvi, al vostro arrivo, non solo in un altro paese ma piuttosto in un altro pianeta. Lo stordimento da jetlag completa il quadro generale creando un atmosfera surreale.

Colpiti dal solito disorientamento causato dal fuso, i nostri primi giorni a Tokyo segnano il nostro ritorno al lavoro dopo tanto tempo. É strano stare nuovamente sotto al palco nella mia solita postazione dopo una lunga pausa. So cosa devo fare, ma lo faccio molto più lentamente di quanto dovrei...

Anche la piccola e assolutamente inutile tastiera di plastica che ha fatto il suo debutto al concerto tributo per Neil Diamond sta soffrendo del jetlag, ancor più che tutti noi. A Tokyo resiste fino al primo ritornello di I'm A Believer per poi addormentarsi. Si riprende per i concerti di Osaka, ma anche tra le urla di quindicimila fan scatenati non si sveglia dal suo torpore. É un peso leggero...

I concerti giapponesi iniziano abbastanza presto, il che è una benedizione per un gruppo di stanchi e confusi occidentali. Finisci per amare il fatto di tornare in hotel alle 8.30... e anche il pubblico è stato un grosso sollievo. L'avevo già detto in passato e lo ripeto – si crede che i giapponesi siano molto pacati e silenziosi, ma io non sono d’accordo. È vero che quando inizia una canzone restano in silenzio, ma sotto un altro punto di vista sono uno dei pubblici più rumorosi ed entusiasti del mondo. Si esaltano e battono le mani durante il motivo registrato che dà inizio al concerto, agitano le braccia (in senso letterale, come se non si rendessero conto di quello che stanno facendo) durante In My Place ed esplodono durante Viva.

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In tutta onestà, abbiamo trascorso la nostra permanenza in Giappone in uno stato di stanchezza e confusione, non molto positivo per me. Sembra passato tanto tempo dai Grammy, ma ancora faccio fatica a realizzare cosa sia successo in questi giorni. Stiamo volando verso ovest ora, verso Londra. Mentre ci riprendiamo dal terzo cambio di fuso orario in soli 10 giorni, ci aspettano un paio di giorni molto intensi per organizzare il duplice impegno della band ai Brit Awards e al concerto di beneficenza War Child, che si terranno allo Shepherd's Bush nella stessa serata. È difficile non pensare al fatto che da qualche parte qualcuno stia provando a distruggerci. Come sempre del resto, quando c'è una sfida in atto, ognuno si dimostrerà all'altezza della situazione senza brontolare, litigare o lamentarsi più di tanto. Ma comunque, ci sono sempre quelle settimane da passare in Australia illuminati dal sole a cui guardare...

Bene allora, dove sono stato sarebbero le 3.30 di pomeriggio, quindi significa che sono le 6.30 di mattina nel posto in cui stiamo andando. Credo che dormirò altre due ore.

R#42