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Roadie #42 - Blog #150

#42 e le inaspettate teste di elefante

Qualche giorno dopo lo stadio di Città del Capo, che si trovava letteralmente a livello del mare (se fossimo stati più vicini alla costa e avremmo avuto una preparazione bagnata), arriviamo all'FNB Stadium di Johannesburg e ci viene ricordato dal manager del palco, Gary Currier, che ci troviamo a 1700 metri sul livello del mare. Ciò significa aria rarefatta, che a sua volta significa che è molto facile trovarsi a corto di fiato. Comunque sia stiamo scalando il mondo...

Come spesso accade, oggi veniamo catapultati dall'aeroporto direttamente al soundcheck. C'è la consueta confusione per capire come mettere a posto il B-stage, seguita da altro caos sul palco principale di cui per ora non posso svelare maggiori dettagli. La frenesia si moltiplica all'improvviso a causa del fatto che attorno allo stadio qualcuno ha per sbaglio deciso di aprire le porte al pubblico.

Piccoli flussi di persone iniziano a correre allegramente attraverso il campo verso le transenne di fronte al palco. E' già successo che ci fosse pubblico durante il soundcheck, non è un problema. Infatti mi ricordo che quando suonavano nei club è successo che una volta a Detroit le persone fossero invitate ad entrare perchè fuori faceva veramente freddo.

Oggi però la situazione è diversa. Quello che sta succedendo sul palco non è assolutamente da far vedere al pubblico.

C'è un caos comico mentre la band si affretta fuori dal palco e il Production Manager Wob Roberts cammina a grandi passi sulla rampa verso il B-stage urlando "tutti fuori! ORA!". Sul palco la crew si sta sbellicando dalle risate. Il jetlag, il generale esaurimento dovuto a tutti gli impegni promozionali, l'altitudine e l'effeto sbornia dovuto al fuso orario si fondono con la totale bizzarria della situazione che si è appena verificata - e alla fine tutti ridono.

E' impressionante però come le persone entrate, prestando attenzione a quella voce rimbombante, si allontanino velocemente.

Devo provare ad immaginare per un momento come deve essere sembrata la situazione a loro arrivando sul campo. Provate ad immaginare di esservi chiesti per anni quando la vostra band preferita sarebbe venuta a suonare nel vostro paese. Alla fine quel giorno arriva. Siete riusciti a prendere i biglietti. Vi siete messi in coda dalle prime ore del giorno. Sentite la band mentre sta facendo il soundcheck dentro lo stadio. I cancelli si aprono e c'è quell'ondata di eccitazione che arriva mentre tutti si buttano in avanti...

...solo per vedere la propria band preferita sul palco che indossa teste e guanti da elefante. Proprio nel momento in cui stai processando mentalmente questa visione inaspettata, la band di elefanti corre via dal palco come se fossero degli impauriti personaggi di Banana Splits e un uomo antipatico in pantaloncini neri ti urla contro, mettendo bene in chiaro NON dovresti essere lì a vedere quello che sta succedendo.

Posso solo chiedermi se queste persone siano uscite pensando che forse è questo ciò che succede sempre a porte chiuse nel mondo dei Coldplay. Lo spero davvero.

Il concerto in sè va superbamente bene. E' un altro pubblico fantastico. L'altitudine rende tutto davvero un po' più difficile e Mr Champion ha bisogno di ossigeno quando Politik finisce.

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Le teste di elefante fanno un'altra piccola apparizione - senza dubbio facendo sì che il centinaio di persone che erano entrate prima esclamino "Vedi! Te l'avevo detto!" - lasciando soltanto i rimanenti sessantamila circa convenientemente confusi.

Tutto sarà rivelato a tempo debito - tornate a controllare.

Riesco a non mancare la fuga stasera e partiamo verso l'hotel per una bevuta di fine leg. L'hotel è un complesso di casette posizionate sul lato di una montagna. Il convoglio di macchine si fa strada salendo la strada a spirale in mezzo alle nuvole. Sembra quasi di essere un kilometro sopra l'entrata principale quando tocchiamo finalmente il suolo e scarichiamo le attrezzature.

Abbiamo ancora con noi il monociclo (non fate domande) e gira la voce di fare a gara a chi riesce a fare il miglior tempo correndo dal fondo del sentiero fino alla lobby. Ma arriva un'idea migliore, cioè quella di mettere giù le valige e dirigersi al bar prima che chiuda. Alziamo i bicchieri in onore di queste faticose settimane e l'imminente lusso di quattro giorni a casa.

Non c'è mai pace...

R42