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Roadie #42 - Blog #122

Il nostro infiltrato è tornato...

Oh si, avrei dovuto avvertire che stavamo partendo per le vacanze estive...

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Ma oggi, come legioni di ragazzi in tutto il mondo che vengono trascinati via dalle loro Xbox (o le loro tavole da surf ...) siamo tornati a scuola. Interessantemente ed in un certo senso prevedibilmente, abbiamo passato gli ultimi dieci giorni a sistemare lo studio per ciò che pensavamo fosse la nostra prima lezione - per poi finire con lo stravolgimento del programma già nella prima ora in cui la band si trovava li.

La reazione naturale è imprecare, lamentarsi del dover cambiare gli obiettivi per raggiungere dei risultati, ma è tanto tempo che abbiamo imparato che questo è il modo in cui funziona il processo creativo. La band sta cercando, dopo tutto, di creare qualcosa dal nulla. Quindi, la pianificazione del percorso è tanto una congettura come qualsiasi altra cosa. Da quando le cose stanno prendendo forma, il miglior modo di procedere diventa più chiaro.

Questo, certamente, è un modo facile di descrivere la situazione alcuni giorni dopo il fatto, reso ancora più semplice da una buona dose di sano imprecare, che ha contribuito a rendere più semplice la transizione.

Dopo molte discussioni e la frenetica riorganizzazione dello studio, il pomeriggio inizia con la band in cerchio che gioca insieme. I risultati sono alquanto particolari.

Ricordo molto tempo fa la poco interessante discussione con un amico su come guidare ad alta velocità. Disse: "Non è come ne I Flintstones, dove hai i piedi a terra che ti danno la spinta". In un certo senso, fare una musica con un "enorme sound" potrebbe essere lo stesso. Può essere un macchinario fantastico, dove tutto ciò che il pilota deve fare è premere il piede sul pedale.

Adesso come adesso, il "grande sound" è ancora un po' lontano, dato che pur continuando a suonare, la band è assai vicina al massimo silenzio raggiungibile. Alla fine, non è proprio come guardare un pilota gareggiare in una corsa ma piuttosto come essere testimoni di un numero di equilibrismo sulla fune. E' tutta una questione di padronanza del corpo, equilibrio, e di una costante possibilità che tutto possa finire più in basso in qualsiasi momento.

Tutti in sala sono in silenzio. Clicco il tasto del mouse sul mio portatile e ricevo un'alzata di sopracciglia di disapprovazione del co-produttore Rik Simpson. Diventa uno di quei momenti in cui hai un po' paura di respirare con la possibilità che la bolla possa scoppiare o che si possa rompere l'incantesimo.

La nostra prima settimana continua esattamente con questo stato d'animo. "Il piano" diventa un flipper, che rimbalza contro diversi punti di entusiasmo ad intervalli regolari in modo allarmante. In tutta onestà, sarebbe inutile per me cercare di spiegare dove ci stiamo dirigendo in questo momento. Per ora, siamo a metà strada, andremo da qualche altra parte.

Bel diavolo di giro comunque...

Roadie #42