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Roadie #42 - Blog #108

Tutto ha fascino per #42

159 concerti, 17 mesi e non posso nemmeno iniziare a contare quante miglia abbiamo percorso. Credo che il primo blog di questo tour sia stata scritto sopra un flightcase in un corridoio della Brixton Academy e diceva così: "Il pubblico se n'è andato, il pavimento è uno schifo e i tir sono quasi pieni."

Bene, era così quando siamo entrati...

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Wembley, ovviamente, è poeticamente il miglior luogo in cui il Viva tour potesse finire. Le prove della produzione per il tour si sono svolte alla Wembley Arena, di fianco allo stadio. La festa di conclusione del tour si terrà all'ingresso dell'arena – dove i primi componenti del pubblico giunsero in questo luogo in occasione del mini-concerto per “amici e famiglia” tanto tempo fa.

Wembley per me almeno, ha una storia molto più lunga.

Ho messo piede per la prima volta nello stadio di Wembley all'età di 15 anni, per vedere i Pink Floyd. Per un ragazzino come me della provincia occidentale, anche il solo fatto di essere a Londra era come vivere una grande avventura. Il concerto comunque fu come una 'puntina' nella mappa della mia vita. Assistere ad un concerto di questa portata fu come esplorare un altro pianeta per qualcuno in tenera età originario di una piccola città della costa.

Anni più avanti all'età di 23 anni mi trasferii a Londra e iniziai la mia carriera di roadie. Sui furgoni del tour di giovani band, ero nello staff locale di una compagnia chiamata Stage Miracles. Gli U2 erano in città con il Popmart tour e fui chiamato a far parte dei tanti 'locali' chiamati per aiutarli a scaricare il materiale.

Ricordo che spinsi uno degli amplificatori AC30 di The Edge su per una rampa e pensavo "Ecco, sono arrivato". Ora, è universalmente riconosciuto che i concerti del Popmart tour erano ancora molto lontani dai più bei tour degli U2. Ma ero comunque soggiogato dalle dimensioni delle attrezzature. Vedere come funzionava la preparazione di un concerto in uno stadio dall'interno fu incredibile per me. Montagne enormi di materiale, quantità infinite di rimorchi. Tutto era enorme.

Ma scorrendo avanti nel tempo, arriviamo a questa settimana. Ho 37 anni e mi trovo al centro del nostro palco nello stadio di Wembley. Considerando il mio passato, ero sicuro che i miei primi pensieri sarebbero stati diversi da ciò che ho pensato quel giorno:

"In realtà, non sembra poi così grande.”

É certamente enorme. É il più grande pubblico di fronte al quale la band ha suonato in questo tour, credo, escludendo i festival. Uno dei motivi è il fatto che ci sia un tetto. Il centro della copertura è aperta, ma le tribune sono comunque coperte. Proprio il fatto che sia 'raccolto' lo fa sembrare una venue 'normale'. Dal centro del palco, sembra quasi di stare 'solamente in una grande arena'. É anche dovuto in parte al fatto che la produzione è cresciuta per adattarsi e riempire lo spazio. Certamente, quando preparammo lo show allo Skydome in Canada un po' di tempo fa, la dimensione era molto più impressionante.

Aggiungiamo il fatto che questo tour da solo si è snodato in 159 concerti. Da quando ho iniziato, ho fatto insieme ai Coldplay quattrocento- cinquecento concerti. Ricordo che il tour di Rush Of Blood sembrava un unico lungo percorso vissuto tutto d'un fiato. Settimana dopo settimana, ci trovavamo a vivere il più grande concerto che ognuno di noi avesse mai vissuto. Ricordo che alcune delle arene all'aperto americane sembravano così enormemente grandi.

Ora torniamo in quegli stessi posti e ci sentiamo a nostro agio. I tour crescono, diventano più grandi, così deve essere. Sento comunque, in un certo senso, che abbiamo raggiunto un qualche traguardo e abbiamo superato delle prove. I concerti possono migliorare o avere obbiettivi più ambiziosi, ma i luoghi per i concerti e le dimensioni del pubblico non diventeranno più grandi di questo. Hanno lasciato il segno. Ci sono arrivati e ce l'hanno fatta - con successo.

Ricordo le parole di Phil Harvey quando terminammo le prove della produzione qualche settimana fa nel luogo del primo di questi concerti nelle grandi arene all'aperto. "Sono davvero felice che abbiamo tutto il materiale pronto per fare qualcosa di eccezionale". Le associo ad un commento di Chris alla fine del tour di X&Y. "Non è una questione di diventare più grandi, ma di diventare migliori". Preparatevi gente...

Non scriverò qualcosa di dedicato ai concerti di Wembley, dato che sono stati ampiamente descritti da Mr Anchorman nel liveblog. Se dovessi raccontare i miei ricordi, parlerei di quando mi giravo negli encores e vedevo il pubblico raccolto dietro all'impianto di controllo video, mentre tutti danzavano verso gli altoparlanti dei monitor. Ma quello è Jay-Z? Si, è certamente lui! Chi è quello con lui? La responsabile di Clear Channel, Julie Metway – dannazione, Phil Harvey sta ballando con Mr Z!

The Scientist è la penultima canzone della setlist. Di solito, molte persone iniziano a prepararsi a smontare tutto. Stasera però, i roadies si abbracciano e si dicono l'un l'altro che è stato un piacere lavorare insieme – e lo è stato. É stato un tour molto lungo e senza ombra di dubbio, non ho mai visto qualcosa di così intenso dal punto di vista delle emozioni – e nemmeno un gruppo di persone che si mette alla prova con così tante grazia e stile. Unitevi a me allora, in un abbraccio di gruppo per tutti quelli della "squadra fotografica" e ancora di quelli che (almeno un 50%) che hanno sempre dormito o non hanno mai smesso di lavorare...

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Il dopo-concerto, come ho già detto, si è svolto all'ingresso della Wembley Arena. Fuori dall'atrio c'è un furgone molto chic che serve dei sandwich al bacon, e inevitabilmente tutto il contingente dei roadie finisce lì, arrivando in massa dopo aver caricato i tir. É troppo presto per realizzare che è tutto finito. Trascorro tutta la notte dicendo a tutti "si, ma sembra come se dovessimo ritornare all'aeroporto tra 10 giorni." Me ne vado un po' in giro e mi accorgo che non ho più il braccialetto necessario per accedere alla "VIP" section. In tutta onestà, sono troppo stanco per arrabbiarmi. Torno al capannone adibito alla raccolta delle attrezzature cercando un veicolo per tornare all'hotel e fermarmi a staccare un cartello "Coldplay: Everything This Way" dalla parete da appendere alla porta del mio ufficio al nuovo studio. (Scusa Marguerite, te lo porterò in Argentina...)

Lo sfinimento continua il giorno seguente, quando io e Mrs. 42 falliamo miseramente nel raccogliere la nostra m***a per prendere il nostro ultimo treno domenicale da Londra per tornare a casa. Decidiamo di accettare la sconfitta e prenotare un'altra notte all'hotel per avere la possibilità di disperarci degnamente. Ci aggiriamo nella lussuosa reception e rifletto sul fatto che in realtà, questo potrebbe essere un tentativo piuttosto triste per restare aggrappato all'esperienza del tour. Sopra di me c'è un pianista che suona pezzi classici per chi sta cenando. Rabbrividisco appena riconosco quello che sta suonando.

É il pezzo di Erik Satie che Chris suona sempre alla fine di Politik.

Non potrei sfuggire da tutto ciò nemmeno se lo volessi...

R#42