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Roadie #42 - Blog #10

#42 ci scrive un blog da LA nel giorno del primo concerto

Oggi ho realizzato che finora abbiamo passato un bel po' di tempo alla Wembley Arena, al Madison Square Garden e al Forum di LA - eppure il tour non è ancora ufficialmente inziato. O sarà tutto in discesa d'ora in poi, o sarà una bella fatica...

Com'era abbastanza prevedibile, la settimana di prove di produzione è trascorsa in un batter d'occhio. Per i primi due giorni la band si trovava ancora in UK. La squadra che si occupa delle luci li ha rimpiazzati con asciugamani bianchi messi sopra ognuna delle aste dei microfoni. Per qualche strano motivo l'asta del microfono di Guy era adornata con un lenzuolo, che ha fatto sembrare il palco quasi una festa di Hallowen particolarmente di cattivo gusto.

Ma sto divagando. Quando la band è effettivamente arrivata, si è data subito da fare. Il primo paio di prove erano piuttosto tese, bisogna dirlo. La parte di concerto al B-Stage è stata particolarmente problematica. Nessuno è stato contento al 100% di come è andata. Will suonava la batteria a circa cinquanta piedi di fronte all'impianto audio. Ciò significa che il pubblico sentiva la sua batteria quando la colpiva, di nuovo dal sistema di amplificazione (il suono viaggia abbastanza lentamente) e poi una terza volta quando il suono veniva riflesso dalle pareti dell'arena come fosse un'eco. Nessuno era soddisfatto e dato che il tempo per cambiare le cose si stava riducendo sempre più, tutti erano preoccupati.

Come spesso accade, un minuscolo cambiamento agisce ad effetto domino per tutti gli altri. Sabato è iniziato con la band che maneggiava allegramente martelli al B-Stage. La seconda batteria? Eliminata. La tastiera Vox Continental? Eliminata. Le canzoni che dovevano suonare su quella postazione? Storia passata. L'intera squadra di lavoro? Molto, molto confusa!

Will era arrivato con un piccolo drum-pad elettronico che emette alcuni meravigliosi suoni tipici della 808 drum-machine. Hanno iniziato subito una 'God Put A Smile' completamente trasformata, diventata una versione tecno tirata, quasi claustrofobica. Jonny si è inventato una nuova parte di chitarra fuori dai canoni con la sua Jazzmaster rosa, i laser andavano avanti e indietro sopra le loro teste e tutt'intorno nell'arena le persone aveva praticamente la mascella a terra. E' passata dall'essere la parte meno riuscita dello spettacolo a un nuovo punto di forza in pochi attimi. Ore di stress e sconforto hanno lasciato spazio a esplosioni di frenetica creatività e all'improvviso tutti erano di nuovo pieni di entusiasmo.

I ragazzi sono poi tornati sul palco principale e hanno suonato 'The Scientist', 'Speed of Sound' e 'What If' - tutte molto semplici e senza l'aiuto di parti orchestrali preregistrate. Sembravano suonare molto meglio con questo approccio più semplice. Le canzoni respirano e prendono vita senza che il peso della tecnologia le opprima. Dopo settimane di aggiungere, aggiunere e ancora aggiungere stanno finalmente abbandonando il peso in più e lasciando che le canzoni parlino da sole. E lo fanno, forti e chiare.

Alle sette di sera di sabato c'è stata un'altra prova completa del concerto. Dalla mia postazione, guardando lo spettacolo dal monitor che sta sotto il palco, sembrava proprio che avessimo finalmente ottenuto un concerto dei Coldplay. La band era chiaramente entusiasta e contenta. Così tanto che la domenica è stata votata come giorno di riposo! Il Production Manager, Fin, ha annunciato che il bar alla fine della strada era aperto e che offriva da bere.

Piuttosto efficacemente quasi l'intera squadra si è presentata la domenica per mettere a posto alcuni piccoli cambiamenti e riordinare un po' le cose dell'ultimo secondo. Abbiamo imparato molto tempo fa a non abbassare la guardia dopo una giornata positiva. Stasera ci sarà il primo concerto e tutti vogliono che faccia impazzire le persone. Lo dico con sincerità, credo proprio che sarà così.