Roadie #42 - Blog #140

#42 e il viaggio attorno ai fusi orari

L'Australia, come i lettori regolari dovrebbero ricordarsi, è uno dei miei posti preferiti sulla faccia della Terra. Immaginate allora il mio livello di non esaltazione nello scoprire che ci passeremo la gran bellezza di 36 ore - la maggior parte delle quali a dormire.

E' stato un bene allora che il concerto sia valso assolutamente la pena e oltre.

Innanzitutto arriviamo, come è già successo a molti altri festival quest'anno, accolti dal suono degli Elbow che si diffonde nell'aria. Scopriamo poi che anche i Pulp suonano - risultato perfetto. Me ne sto a guardarli sul lato sinistro del palco e scopro che mentre io sono contento di vederli, l'assistente della band, Vicki Taylor, è assolutamente entusiasta. Sembra proprio che non abbiano perso niente di quello che li ha resi fantastici sin dall'inizio e sono l'inaspettato pezzo forte del viaggio fino a questo momento. Spero davvero che la loro reunion duri di più dei soli festival...

E' anche un giorno speciale per Mr. Champion, dato che compie 33 anni di fronte ad una folla di australiani radunatisi qui stasera.

Come crudele ritorsione del destino, ha ricevuto un regalo non molto benvenuto quest'anno: un'intossicazione alimentare. Eppure da' tutto se' stesso durante il concerto e non ha pietà per la batteria. Forse la cosa migliore è proprio sudare per liberarsene...

Più tardi, Fix You ci ha portati dalla celebrazione di una nascita al riconoscimento di una morte tragica. C'è veramente poco da aggiungere a quello che è già stato detto sulla morte di Amy Winehouse. E' un spreco davvero triste. Lasciamo da parte la pessima ironia e ascoltiamo il canto del coro australiano.

Il viaggio di ritorno dal Splendour In The Grass ci dà circa 5 ore di tempo per il volo verso Sydney dove prenderemo quello per LA. Decido che l'idea migliore è quella di stare sveglio per fare in modo di dormire di più durante il volo più lungo. Questo però mi lascia piuttosto stordito e confuso mentre arriviamo in aeroporto. Io e il trainer Dan siamo su un volo diverso dal resto della compagnia e sembra che dovremo fare il lavoro sporco - arriviamo non si sa come con sei bagagli da imbarcare nel volo domestico più corto - di cui solo tre sono nostri.

Non solo stiamo chiedendo di imbarcare molto di più del peso consentito per i bagagli, ma stiamo anche chiedendo che vengano poi imbarcati direttamente sul volo in scalo per LA. Il ragazzo dietro al bancone aggrotta le sopracciglia e poi indietreggia dallo schermo con un'espressione a metà via tra l'aver ricevuto un calcio nelle parti basse e l'aver sentito un odore particolarmente cattivo. E' evidente che la cosa non sarà facilissima. Riprova, se ne va a cercare aiuto, arriva qualcuno a "riprogrammare il computer", senza successo. Alla fine lasciamo perdere e acconsentiamo a prendere le valige a Sydney e rifare il check-in. Proprio mentre attacca l'etichetta alla prima valigia, arriva correndo da un ufficio sul retro un altro uomo che sembra eccezionalmente contento di se' stesso. Ha, pare, spento e riacceso e tutto funziona adesso.

Arriviamo a Sydney sorvolando l'Harbour Bridge e la Opera House. Come molti altri punti di riferimento, sono più piccoli di quanto si possa immaginare, ma il loro significato è molto importante. Per un Brit, la Sydney Opera House rappresenta "un posto davvero molto lontano da casa". Infatti è il posto più lontano in cui ci si possa trovare prima di iniziare a riavvicinarsi.

E avvicinarsi a casa è proprio quello che ci aspetta secondo la nostra agenda, passando attraverso un altro importante (anche se completamente invisible) punto di riferimento. Stiamo passando la linea internazionale del cambio di data. Data la natura da "flipper-nei-fusi-orari" di questo viaggio, rappresenta la palla extra più importante.

Stiamo partendo da Sydney per LA - dove sono 17 ore indietro rispetto a noi. Il volo dura 13 ore. Ciò significa - si - che arriveremo 4 ore prima del decollo.

Sono così esageratamente super stanco, che non posso nemmeno iniziare a capire questa cosa. Quasi mi aspetto di buttare un occhio fuori dal finestrino in mezzo al Pacifico e vedere un volo parallelo con un me parallelo che vola nella direzione opposta. Potrebbe anche essere davvero accaduto, ma sfortunatamente, entrambi eravamo immersi in un sonno molto profondo...

R#42