Roadie #42 - Blog #137

#42 e la continua avventura ai festival Europei

C'è una leggenda metripolitana secondo cui una rana non riesce a percepire piccoli cambi di temperatura - ciò significa che se la metti in una padella con acqua fredda e alzi la temperatura abbastanza lentamente non si renderà conto che verrà cotta viva.

Ora, pare che ciò sia falso e ovviamente non perdono qualsiasi tipo di crudeltà verso gli animali, ma come analogia calza a pennello. Per la maggior parte delle persone che lavorano a questo tour, sembra come se l'applauso finale del concerto di Glastonbury abbia segnato il punto in cui la padella sia stata tolta dal piano cottura e siamo tornati al nostro habitat naturale. Non è che non sapessimo che sarebbe stato stressante, ma molti di noi non si erano resi conto quanto lontani eravamo arrivati dalla zona di comfort, dato che tutto si è accumulato un po' alla volta.

Non posso nemmeno provare ad immaginare cos'è stato per la band. Oltre a tutto quello a cui abbiamo dovuto tenere testa, loro stanno anche finendo un album, mixandolo, decidendo la tracklist, facendo foto, video, promozione, canzoni extra dell'ultimo minuto - e aggiungiamoci anche la sempre presente consapevolezza che ora sono così importanti che c'è una bella quantità di cinici cecchini che vorrebbe vederli fallire - beh, *tanto per*.

Mentre me ne stavo a bere una birra dopo il concerto a Glastonbury, qualcuno mi ha chiesto "allora, hai qualche giorno libero adesso?". "Oh si" rispondo. "Non ho niente da fare per almeno..." (sorso) "due giorni". Un mese di collasso totale sarebbe stato bello, ma non è così che vanno le cose. Però nonostante i programmi, il sollievo di aver passato una gran bella pietra miliare è abbastanza per vedere tutti in buona forma mentre partiamo verso Goteborg.

Il concerto a Goteborg è molto rilassato. E' un festival piccolo in un bellissimo posto immerso fra gli alberi. Il pubblico più piccolo rispetto a Glastonbury fa si che sembri quasi fare un concerto nel cortile di qualcuno (anche se, da un certo punto di vista, si potrebbe descrivere Glastonbury esattamente in questo modo).

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Il ricordo più vivido del concerto a Goteborg per me è stata l'espressione di di gioia sul viso di Guy dall'inizio alla fine. Sono abbastanza sicuro di non averlo visto divertisi così sul palco da un bel po' di tempo. E' una cosa divertente, non sembra mai stressato...

Dopodichè, direzione Polonia. Per qualche strano motivo i Coldplay non sono mai stati qui prima d'ora. Non so sia per questo motivo o per la natura di chi si vuole divertire che caratterizza il pubblico, ma è stato un concerto davvero duro show nelle prime file. Ci sono stati alcune ondate di spinta non belle da vedere prima che il concerto iniziasse. Non è mai bello vedere le persone in difficoltà o addirittura spaventate quando si guarda giù dal palco. Non ho sicuramente mai visto così tante persone tirate fuori dalla transenna ad un concerto dei Coldplay come quella sera.

A parte tutto questo, una volta iniziato il concerto, sono stati un pubblico fuori di testa. Ed è stato davvero inaspettato. Generalmente si sa che quando si va in Scozia, Italia o Sud America, il pubblico ti travolgerà di entusiasmo, ma credo davvero che nessuno si aspettasse lo stesso qui. Arrivare qui e trovare un pubblico così entusiasta è davvero un bonus. Sono rumorosi durante tutte le canzoni, accogliendo i nuovi pezzi come vecchi favoriti. Chris stesso a metà concerto si chiede "Perchè abbiamo abbiamo aspettato così tanto per venire qui?".

Devo dargli ragione.

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Abbiamo suonato al Werchter festival più di una volta in passato. Il Belgio, bisogna dirlo, è un Paese piuttosto piccolo. Questo fa si che la grandezza del pubblico sia ancora più lampante.

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Anche la line up è davvero impressionante. Non solo la musica degli Elbow aleggia nell'aria mentre arriviamo, ma ci sono anche PJ Harvey e Portisheadoggi sul palco principale. Ho lavorato con PJ Harvey per un piccolo periodo prima dei Coldplay, ma non ho mai visto i Portishead dal vivo prima d'ora.

Mi incammino verso il lato del palco per vedere parte del set di Polly e si avvicinando a me metà degli Elbow e una bella parte dei Portishead. E' proprio una invasione di brit e pare anche che tutti siano fan degli altri.

L'unico ricordo del concerto in se' è stata la sensazione non confortante di sentire il tecnico del suono Chris Wood sul palco mentre spiegava che doveva costantemente resettare il suo piano di mixaggio digitale. Tra parole che non vorreste mai sentire nei vostri auricolari mentre parte il nastro dell'intro, la mia stima per Chris Wood è aumentata quando ha detto "Tira fuori i cacciaviti Connor".

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Arriviamo alla fine senza grossi problemi, ma non posso fare a meno di pensare a quanto siamo fortunati che non sia successo durante il cambio palco a Glastonbury.

Prendo un passaggio da Werchter ad Arras in uno degli autobus della crew. I due concerti sono uno dietro l'altro, per cui ho l'opportunità di arrivare sul posto presto il giorno seguente e pulire un po' delle mie attrezzature, cosa che non facevo dall'inizio delle prove per il tour. Inizio così a pensare che il resto della crew sta tenendo un ritmo piuttosto serrato. Due Festival uno di seguito all'altro significano finire lo smontaggio del palco alle 2 o 3 di notte, per poi ricostruire tutto alcune ore più tardi alle 6 o 7 del mattino, tutto messo a punto prima che il festival apre le porte al pubblico.

Ciò significa che la maggior parte della crew è stracotta. Devono dormire a sprazzi durante la giornata appena ne hanno l'occasione. Noto che dopo Arras ci sarà un viaggio in autobus di 25 ore per arrivare in Portogallo. Prevedo un bel po' gente distrutt che uscirà traballando dall'autobus della crew a Londra alla fine di questo giro di concerti...

Il concerto ad Arras si svolge in una piazza, attorniata dalla meravigliosa e un po' vecchia architettura francese - molto rivoluzione francese e VIVA...Inoltre capisci di essere in Francia quando senti in lontanza qualcuno nella zona catering che si entusiasma dicendo "date un occhio al bar con la frutta fresca - è dietro lo stand delle baguette".

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Il concerto in sè ha un bel po' di problemi. In My Place va fuori strada quando Will suona così pieno di entusiasmo che i suoi in-ear monitor si scollegano. Le parti di orhcestra vanno in una direzione, mentre tenta coraggiosamente di riportare le cose sul binario, sensa rendersi conto che sta prendendo una direzione diversa...

C'è una bella varietà di piccoli errori e problemi durante tutto il concerto, e questo fa si che sia una vera lotta arrivare alla fine. Come sempre, il pubblico li trasporta e la volontà della band di riprendere in mano la situazione prevale. Mi aspettavo un volo di ritorno a casa piuttosto calmo ed cupo, invece la band è molto contenta dopo aver lottato ed essere uscita vittoriosa.

Forse non siamo ancora del tutto cotti...

R#42