Secondo Chris Martin, i Coldplay non hanno ancora fatto niente di buono. Ecco perché Viva la Vida…, la rivoluzione personale del suono della band, ispirata da quadri di angurie e dagli “scones della signora Battersby”.
Chris Martin ha un sogno, fratelli e sorelle.
“Sogno sempre altri musicisti”, sorride, con un battito di quegli occhi color azzurro cielo e della grandezza di un piatto a forma di mandorla. “E con gli U2 o i Radiohead succede sempre [entusiasticamente], Hey, come va? E non sono mai interessati a uscire con noi. È una sensazione permanente di essere a scuola e i bambini più grandi non vogliono giocare con te. Ehi guarda come faccio questo accordo! Lasciaci in pace. L’altra notte ho sognato i Radiohead e i Westlife. Credo che siano la perfetta miscela di quello che vogliamo fare musicalmente”.
Chris Martin è sicuramente il frontman più modesto nella storia del rock’n’roll. Se la prima cosa che ha fatto quando ha portato a casa il suo primo Grammy Award (per Miglior Album Alternativo) è stata disegnarci dei baffi finti, non dovreste rimanerne sorpresi. È il 12 Marzo 2008 e forse un po’ di nevrosi sognante è comprensibile dato che i Coldplay iniziano la scelta di quale delle 25 canzoni complete e di 16 ulteriori tracce, non mixate e in diversi stadi di lavorazione, andranno a far parte del loro quarto album atteso da tutto il mondo. Siamo ad Hampsted, Nord di Londra, nel loro studio, The Bakery, e un Martin altamente indeciso è arrivato vestito con un astuto aiuto per l’indecisione, un’austera cravatta nera e una camicia blu scuro. “Ho pensato che indossando una cravatta nera mi sarei sentito di avere almeno un po’ di autorità”, annuncia con la sua voce delicata e gentile. “Come se oggi dicendo Bene, questa è per forza una B-side, le persone potrebbero ascoltarmi”.