[Rolling Stone] On the road with Coldplay

di Brian Hiatt

Mancano solo pochi minuti al concerto e nel buio camerino dei Coldplay a Dallas Chris Martin apre una bottiglia di Jameson. Ne prende un bel sorso, butta indietro la testa e fa un gargarismo rumoroso. Almeno una dozzina di bottigliette di pillole sono sul pavimento accanto al tappetino da yoga di Martin. Ma è tutto molto meno decadente di come sembra: le pillole sono vitamine, e il whiskey serve soprattutto a lubrificare la gola di Martin per le note alte e vibranti che dovrà affrontare. "E' un bel po' interessante qui dietro, no?" dice scherzosamente il batterista Will Champion, che passa la maggior parte del tempo prima del concerto giocando a calcio con la PlayStation 3. "E' un po' come i Mötley Crüe!"

I Coldplay sono nel bel mezzo del tour più grande della loro carriera, e il loro ultimo album, Viva la Vida or Death and All His Friends, li ha resi la band che ha venduto di più al mondo quest'anno. (Hanno dei problemi ad accettare la notizia: "Il più delle volte ci sentiamo come dei perdenti", dice il tranquillo bassista Guy Berryman). Ma mentre se ne stanno nel backstage, corre voce un po' dappertutto che stanno per sciogliersi: Martin, 31, ha detto ad un giornale inglese che stava considerando il 2009 come l'ultimo dei Coldplay. Ma non intendeva proprio quello: spiega che i Coldplay hanno l'ambizioso progetto di registrare e pubblicare il lavoro successivo a Viva la Vida il prossimo anno (sperano di lavorare ancora con il gruppo di produzione di Brian Eno e Markus Dravs), e darsi un tempo limite serve a mantenerli focalizzati sull'obiettivo.

"Stiamo andando avanti come se fosse l'ultimo anno, perchè è l'unico modo per poter andare avanti", dice Martin. "Bisogna avere delle scadenze, sai. Significa che metteremo tutto quello che abbiamo nel prossimo anno e non penseremo che ci sia qualcosa oltre. Lo diciamo sempre e intendiamo proprio quello. Ma ogni volta che lo diciamo, qualcuno scrive che è finita. Credo che non ci scioglieremo mai, ma dobbiamo fare ancora molto prima dei 33 anni". La band sta per pubblicare l'ultimo degli avanzi di Viva la Vida in una edizione deluxe dell'album, in questo modo il nuovo album avrà canzoni scritte più di recente - che i Coldplay hanno già iniziato a sperimentare in vari studi. "Mi piacrebbe continuare a costruire sopra quello che abbiamo appena fatto", dice Martin, "e pubblicare qualcosa di breve e ottimistico".

Nel backstage, i quattro membri della band si sono appena cambiati indossando le loro uniformi ispirate alla Rivoluzione Francese che rappresentano anche il tema del loro tour — e hanno ispirato più discussioni di quanto Martin volesse. "I Pittsburgh Steelers si vestono ogni settimana allo stesso modo, e nessuno si aspetta che si cambino d'abito", dice. "Ma se vesti lo stesso abito da Leno e Letterman, la cosa diventa improvvisamente un problema". La band ha progettato di usare delle versioni modificate di questi "costumi" quando il tour continuerà l'anno prossimo. "Non siamo stanchi del tema - solo dell'odore", dice Martin, che in realtà ha più o meno sei versioni quasi identiche del suo vestito - oggi ha il nome di Barack Obama scritto su una delle fasce del braccio.

I membri del gruppo si alzano quando sentono in lontanza il suono di "I Just Wanna Love U (Give It 2 Me)", cantata dall'amico di Martin, Jay-Z — la canzone finale del loro mix pre-concerto. Si abbottonano le giacche e marciano fuori dal camerino, fermandosi proprio dietro le tende che portano al palco e ad un pubblico di 20,000 persone. Il loro intro — il "Bel Danubio Blu" di Strauss — aumenta di volume, e i Coldplay si avvicinano in un abbraccio e si prendono le mani come per dire "coraggio, in campo".

Si vede chiaramente che la band è più esaltata di suonare le canzoni da Viva la Vida — ma suona anche versioni semplici ed entusiasmanti di vecchi successi come "Yellow". Martin di solito faceva come Bob Dylan e cambiava la melodia della canzone — ma poi ha ricevuto un semplice consiglio da Michael Stipe: "Smettila di farlo. Le persone vogliono sentire le canzoni cantate nel modo in cui le conoscono".

Il concerto carbura ancora di più grazie a dei semplici trucchi, a partire dalle palle illuminate sopra il palco che servono da schermi sferici. E poi c'è la parte in cui la band corre verso i posti più lontani per cantare "The Scientist" in acustica in mezzo ai fan.

Il momento più spettacolare è durante "Lovers in Japan", quando migliaia di coriandoli trasparenti a forma di farfalla scendono dal soffitto, e risplendono con le luci del palco. E' una vista che lascia senza fiato, ispirata sia dalla spettacolarità dei Flaming Lips sia dall'esperienza che Martin ha fatto con i suoi figli in un habitat di farfalle allo zoo. "Anche se il concerto sta andando malissimo, so che ci sono due momenti che andranno bene", dice Martin. "La canzone 'Viva la Vida' — e quando le farfalle risplendono nell'oscurità".

Fonte: Rolling Stone