[Non Solo Cinema] I Coldplay a Udine

Erano in 40.000 gli spettatori che lunedì sera hanno trasformato lo Stadio Friuli di Udine in un’immensa giostra colorata dove sfere, raggi, fumi e luci hanno dipinto un’indimenticabile affresco nel cielo italiano. Unica data del Viva La Vida Tour 2009 in Italia quella del 31 agosto: l’alternative rock con influenze pop di chiara matrice britannica ha portato a Udine gli appassionati da tutte le regioni della penisola e dall’estero, consacrando ancora una volta i Coldplay come uno dei gruppi più amati al mondo.

La scaletta che la band decide di proporre non si allontana molto da quella messa in scena nelle date dello scorso anno del Futureshow Station di Bologna e del Forum di Milano: si comincia dall’introduzione strumentale di Life in Technicolor, per poi passare a Violet Hill, Clocks e a In My Place. Proprio durante queste primissime canzoni va in scena una simpatica e coinvolgente coreografia ideata e realizzata da i due fan site italiani (ColdplayItalia e ColdplayZone) che, uniti per l’occasione, hanno distribuito migliaia di palloncini colorati da gonfiare e poi far esplodere al fine di decorare la location dello spettacolo con una distesa visiva multicolore: missione riuscita!

Con Yellow esplode lo stadio mentre numerosissime sfere gialle vengono lanciate sul prato dello stadio: l’euforia del pubblico è palpabile, elettrizzante, coinvolgente. È la volta poi di Glass of Water e 42. Fix You e Strawberry Swing anticipano la versione techno di God Put A Smile e di Talk. Ad un certo punto Chris Martin abbandona l’enorme struttura a forma di arco che lo sovrasta per suonare in solitudine (davanti a 40.000 persone!!!) il pianoforte: The Hardest Part e l’emozionante Postcards From Far Away regalano due profonde interpretazioni, nonostante la voce del leader della band non sia al massimo della forma (alla fine si scuserà per l’irritazione alla gola che non gli permette di fare il suo meglio...)

Da lontano continuiamo ad essere osservati da questo enorme occhio: la struttura infatti si trasforma facilmente in un multicolore organo umano dove il mondo, il sole, la luna diventano la pupilla di uno spettacolare effetto scenico. Le hits Viva La Vida e Lost! sfiniscono simpaticamente il cantante, che si getta a terra come se non ne potesse più di cantarle. Basta distrarsi un momento e ritroviamo l’intera band al centro dello stadio su un piccolo palco spuntato dal nulla. Chris invita tutti ad accendere gli schermi dei cellulari: lo stadio è un cielo stellato che accoglie con calore una versione voce e chitarra della jacksoniana Billie Jean.

Milioni di coriandoli colorati invadono la scena durante Lovers in Japan. Poco dopo i fuochi d’artificio. I ragazzi le hanno pensate davvero tutte per rapire lo sguardo dei propri spettatori. Ma Attenzione!: la Musica è sempre in primo piano! E l’esecuzione di The Scientist ne è una conferma.

Nonostante l’acustica dello Stadio non si sia rivelata delle migliori durante la serata, non si può non affermare di avere addosso, mentre si percorrono chilometri e chilometri di coda in auto, la sensazione di aver assistito ad un indimenticabile ed epico evento musicale.

di Gianluca Capaldo
FONTE: nonsolocinema.com