[La Stampa] Ecco LeftRightLeftRightLeft, il disco regalato dai Coldplay ai fan

Sto ascoltando LeftRightLeftRightLeft, il disco live - dal titolo curiosamente gaberiano - che i Coldplay hanno regalato ai fan in occasione della partenza del loro tour estivo. Chi andrà a vedere i concerti della band (tra cui l'unica tappa italiana, il 31 agosto, allo stadio Friuli di Udine), riceverà il cd in regalo, direttamente all'ingresso. La versione in MP3 è invece da oggi già disponibile, per chiunque, sul sito ufficiale del gruppo inglese. Gratis.

Il gentile cadeaux non racchiude la registrazione di un intero concerto. Si tratta di nove canzoni, in buona parte relative al periodo più recente della band. L'unico classicone che risale a un passato discretamente lontano è Clocks. D'altronde, il disco non è stato pensato come una celebrazione del curriculum dei Coldplay, bensì come un traino promozionale per il tour. Giusto che dentro ci siano dunque le canzoni che - presumibilmente - verranno anche suonate dal vivo.

Perchè i Coldplay fanno qualcosa del genere? Perchè regalano un disco sul loro sito ufficiale e lo fanno persino nel formato MP3, ben sapendo che poche ore dopo alla distribuzione l'album finirà di sicuro sui network P2P, assieme a milioni di altre canzoni di ieri, oggi e Domani? Perchè siamo nel 2009. E perchè in questo modo, la band cementerà ancora di più il rapporto di fiducia con i suoi fan.

Caricando il disco online, con un investimento economico praticamente uguale a zero, i Coldplay potranno stuzzicare quegli spettatori ancora indecisi se andare o no a vedere un concerto della band. Regalando la versione fisica a chi ha già pagato un biglietto, con un investimento dunque assai più considerevole, che probabilmente solo una band come i Coldplay si può permettere (si tratterà di stampare decine di migliaia di cd), mostreranno un segno di gratitudine che non cadrà nel vuoto.

E' la conferma di come la musica registrata, più o meno a tutti i livelli, stia diventando sempre più uno strumento promozionale. Le band consolidate la usano per spingere il pubblico verso direzioni più redditizie, come i concerti o il merchandising. Uno spettatore in più a un concerto vale molto di più di venti download sul P2P. Le band sconosciute invece se ne servono per far circolare il proprio nome - magari su MySpace o sui blog - sperando di riuscire nel miracolo di emergere in un panorama sempre più affollato e concorrenziale.

Solo che c'è modo e modo di farlo. I Coldplay ne hanno scelto uno impegnativo e di qualità: LeftRightLeftRightLeft è un disco piacevole, registrato bene, con le canzoni che si fondono l'una con l'altra, senza quei fastidiosi silenzi tipici di alcuni dischi live e quelle sciatterie comuni a molte operazioni promozionali. Forse qua e là c'è qualche coro baglioneggiante di troppo, ma è rivolto ai fan: quindi sta bene che si senta anche la voce dei fan.

E' comunque un disco vero. Tutti i brani sono "taggati" perfettamente: dopo averli scaricati, appena li inserisci sul tuo software o li trasferisci sul lettore portatile compaiono i nomi corretti delle canzoni, il titolo dell'album, l'ordine della playlist. Nella cartella in download c'è anche la copertina, da stampare su un eventuale cd o da visualizzare sullo schermo dell'iPod.

Insomma, se il fan al concerto sarà probabilmente molto contento di ricevere il disco in regalo, anche quello a casa si trova di fronte a un'esperienza più che soddisfacente. Venire incontro al pubblico, stringere con lui un rapporto di complicità - invece che bacchettarlo o addirittura criminalizzarlo - appare sempre più come l'unica strada percorribile per vivere bene la rivoluzione digitale. I giudici svedesi, i parlamentari francesi, gli insoddisfatti discografici italiani, sembrano costantemente arpionati al passato. Band come i Coldplay (e in questo caso, bisogna ammetterlo, anche la loro etichetta discografica, la Emi, che evidentemente ha dato il via libera all'iniziativa...) vivono nel presente. E da lì, mettendo il pubblico e la musica in primo piano, provano a gettare uno sguardo oltre alle colline del futuro.

di Luca Castelli
tratto da: La Stampa