[BBC Music] Coldplay Mylo Xyloto Review

Un trionfante quinto LP che rivela forze conosciute al posto giusto (di Martin Aston)

Non amano i Coldplay le loro X e le loro Y? E i loro titoli enigmatici? Dopo X&Y del 2005 e Viva la Vida or Death and All His Friends del 2008 arriva Mylo Xyloto. Bene, siamo a quota 5 Coldplay. Ma qualsiasi titolo che necessiti di istruzioni per pronunciarlo (si dice "My-lo zy-letoe") forse sembra un po' forzato.

Forse Chris Martin desiderava ancora ardentemente qualcosa che implicasse la profondità e la solennità di Bono e Thom Yorke. L' album è apparentemente un concept, "basato su una storia romantica a lieto fine," dichiara Martin, e ispirato alla vecchia scuola dell'American graffiti e al movimento antinazista pacifista White Rose Movement: "E' tutto incentrato sull'essere liberi di essere sè stessi e di esprimersi in ambienti ostili." Ma i testi sono ancora in tipico stile Martin, celebrativi della vita, degli inni e molto più chiari di sempre, più ABC che MYLO XYLOTO.

Lo stesso vale per la musica. Il bassista Guy Berryman dichiarò nel 2009, "E' arrivato il momento di portare la nostra musica verso direzioni diverse ed esplorare davvero altri percorsi," e, solo teoricamente, ciò suggerisce che i Coldplay potessero finalmente produrre un Achtung Baby; potrebbero scomporlo e reiniziarlo, in presenza del produttore di LP degli U2 Brian Eno, che ha anche lavorato su Viva la Vida. Se l'aggiunta di 'correnti' elettroniche, pezzi strumentali (la title-track, M.M.I.X., A Hopeful Transmission) che collegano le canzone e la presenza di Rihanna in Princess of China rappresentano gli "altri percorsi", allora ben fatto. Ma Mylo Xyloto è una rivisitazione molto più brillante, luminosa ed enfatica degli euforici ritornelli e delle dolci ballate che hanno servito la band così bene. Un esempio: Paradise, dove corde che si fondono e un organo da chiesa vanno a formare uno splendido ritornello che si divide equamente tra Fix You e la title track di Viva la Vida. Ma il ritornello principale non arriva prima di 2 minuti, facendo salire la tensione; la ricompensa è semplice quanto devastante. E' l'equivalente di Yellow, e quando i Coldplay tornano a Glastonbury salgono sul tetto del mondo.

Every Teardrop Is a Waterfall ha qualcosa in più rispetto a Paradise riprendendo il "who-hoa!" di Vida la Vida, indicando che i Coldplay non sono in grado di comprendere davvero i nuovi percorsi. Gli eco ispirati agli U2 attraversano ancora gli ampi e profondi 'canyon' dei loro sound progettati – Major Minus è caratterizzata dal vibrato della chitarra brevettato da The Edge, ma ciò nonostante è un trionfo. Charlie Brown è uno di quei momenti brevettati dai Coldplay che fanno spuntare il sole dalle nuvole; Us Against the World (il sentimento che unisce i graffiti e le campagne antinaziste) è la ballate chiave dolce/malinconica insieme a Up in Flames, un 'innesto' di anima di successo in stile Coldplay, aiutato da un sottovalutato falsetto e dalle semplicissime parti al piano (echi della magnifica Everything’s Not Lost di Parachutes’ ).

La traccia di chiusura Up With the Birds, alla cui scrittura ha partecipato anche Leonard Cohen, è un finale sereno che mostra come i Coldplay comprendano il cambiamento della dinamica più che le dinamiche del cambiamento. Meglio questo che la prova da discomusic europea con Princess of China, dove la presenza di Rihanna sembra più uno strumento di marketing che una necessità creativa, e c'è anche un altro "who-ay-oh-oh!" casomai i Coldplay si stessero allontanando troppo dalla loro strada. Ciò sembra supportare il messaggio di Martin di esprimere la libertà di essere sè stessi in ambienti ostili – non cambiare solo perchè i critici della band dicono loro che dovrebbero. Mylo Xyloto può anche avere un titolo evasivo ma è un trionfo perchè la musica è tutt'altro.

Fonte: http://www.bbc.co.uk/music/reviews/98x2