Special edition review: “Mylo Xyloto” il prossimo lavoro dei Coldplay

Qualche giorno fa, subito dopo la performance della band all'Austin City Limits, un fortunato gruppo di fans hanno avuto l'onore e il piacere di partecipare a un 'listing party' di Mylo Xyloto, il quinto attesissimo album dei Coldplay. Abbiamo tradotto la recensione di una delle ragazze presenti all'evento che ha voluto codividere con tutti i fans della band l'esperienza e le emozioni vissute.

Buona lettura:

Ciao ragazzi,
non posso crederci che sono passati nove mesi da quando ho scritto l’ultimo post. La scuola è finita a maggio, ho pensato a lungo a qualcosa di nuovo da postare ma poi non ho concluso nulla. Questo fine settimana però, ho avuto una specie di esperienza da “una volta nella vita” e quindi sono costretta a scrivere.


Se sei nuovo, o stai leggendo questo solo perché ho promesso qualcosa di esclusivo, devi sapere (e non è un segreto) che sono una grande fan dei Coldplay. Li ho visti live per la prima volta all’Austin City Limits nel 2005 e negli ultimi 6 anni sono diventata una vera appassionata. Mi piace parlare con chiunque del perché si possano amare anche se ha gusti musicali diversi. Questa è la mia filosofia!

Questo fine settimana è stato tutto quello che un fan dei Coldplay potrebbe chiedere: giovedì sera una registrazione all’Austin City Limits con del nuovo materiale, e venerdì una performance come headliner per il decimo anniversario dell’ACL Festival. Ma quando io e mio marito, brulicanti di entusiasmo, siamo tornati a casa dopo la registrazione (prima fila e incontro con Chris Martin nel dopo registrazione!) c’era un’altra sorpresa ad attenderci: il venerdì pomeriggio avremmo preso parte ad uno speciale Listening Party di Mylo Xyloto (quinto album dei Coldplay), che si sarebbe tenuto in una location segreta.

Ci hanno dato vaghe informazioni sul luogo dell’incontro, ma non avevamo idea né di dove stavamo andando, né cosa aspettarci. Per farla breve, un’ora dopo esserci ritrovati all’hotel Hilton dell’aeroporto, ci hanno caricati in circa una trentina, su un autobus che si è diretto in Congress Avenue. Arrivati nel retro dell’Hotel Santa Cecilia, un posto delizioso, ci hanno fatti scendere ed entrare in una stanzetta appena fuori il patio per ascoltate l’album con un impianto Bowers and Wilkins 800 Diamonds.

Va detto, che non scrivo mai una recensione di un album fino a quando non l’ho ascoltato più volte, sto facendo un’eccezione per un paio di motivi. Primo, ho sentito più volte alcuni pezzi dell’album in quanto sono stati proposti durante i festival e secondo, conoscendo bene la loro discografia, mi sento abbastanza sicura nel condividere le mie opinioni su quest’album, almeno in linea generale.
Ora, quanto avrei voluto fare questo? Come nessun altro . Quindi senza ulteriori indugi, eccomi a condividere la mia recensioni con altri fans dei Coldplay!

Mylo Xyloto si apre con l’omonima traccia, una breve e frizzante introduzione musicale composta da xilofono e pianoforte. I Coldplay l’hanno usata come apertura dei loro show durante i festival e come fatto in quest’ultimi, “MX” con le sue brezze ci spinge tra la chitarra di “Hurts like Heaven”.
In Hurts like Heaven ci sono influenze anni ’80 (pensate a Lips like Sugar), e un numero indefinito di riff di chitarra che suonano dolci e freschi come durante i live. Il testo e la voce di Chris gli danno un senso di urgenza, che è appunto supportato dal lavoro di chitarra di Jonny.

Hurts like Heaven lascia quindi il posto al martellante ed atmosferico secondo singolo “Paradise”. L’intro di Paradise si tramuta a pieno titolo in hip-pop, influenzato da synth e pesanti colpi di batteria. Questa canzone è stata molto discussa tra i fans dei Coldplay, ma nel contesto dell’album funziona alla perfezione. Ci sono comunque, anche in questa canzone molto differente da quello a cui eravamo abituati, tracce inconfondibili dei Coldplay: note di pianoforte, archi, voce calda e morbida di Chris (qui in modalità narratore), il falsetto, e il coro fatto per il pubblico che lo canterà. Un’altra ragione per la quale Paradise dovrebbe piacere, è l’unione delle voci di tutti i membri del gruppo: impressionanti! E’ stato proprio in questo momento del listening party che tutti hanno cominciato a muovere a tempo la testa, un buon segno, visto che l’ascolto era appena cominciato.

Una canzone della quale i fans dei Coldplay sono stati entusiasti in questi mesi, è la traccia successiva. “Charlie Brown” è una canzone che durante i live è apparsa potente, grazie ai virtuosismi di Jonny, una melodia orecchiabile e la batteria di Will come guida. I fans saranno felici di sapere che la versione studio non è molto diversa dalla versione live, e di fatto è una certezza di Mylo Xyloto. La produzione è semplice e la voce di Martin suona sciolta e fluida. Charlie Brown ha guadagnato il primo spontaneo applauso nella stanzetta degli ascoltatori!

La produzione di “Us against the world”, un’altra canzone che è stata presentata durante i festival, è mantenuta, fortunatamente, semplice. E’ sicuramente una delle canzoni più belle dei Coldplay oltre che dell’album. Il duetto tra Chris e Will è stupefacente. “UATW” ha avuto il potere di calmare la folla festante dei festival e anche nell’album ha lo stesso potere. La stanza è calata in uno stato di contemplazione e gli ascoltatori erano completamente assorbiti dalla canzone.

“MMIX” è un altro breve intermezzo musicale che si trasforma rapidamente nella hit dell’estate “Every teardrop is a waterfall” . E’ già stato detto molto a proposito, è una traccia che divide i fans. A me personalmente piace. Voglio dire, davvero non capisco cosa non piaccia: è divertente, la band suona più libera che mai, Jonny splende su un riff di chitarra incredibilmente intelligente, e la batteria di Will dà la giusta spinta ai versi. Uno dei miei aspetti preferiti della scrittura di Chris è questo: racchiude alla perfezione un sentimento nella semplicità (per esempio, I’d rather be a comma than a full stop). Sull’affermazione “è troppo pop” , mi dispiace deludervi , ma le canzoni dei Coldplay appartengono alla categoria Pop dai tempi di “Yellow”.

L’ottava traccia “Major Minus” è il perfetto contrario di ETIAW ed è adatta alle persone che cercano la consolazione-rock. La versione studio suona più lucida che dal vivo, e la voce di Chris sembra uscire da dietro uno strato di garza. Preferisco la versione live in cui il fervore di chitarre, batteria e basso sono liberi, ma MX è composto così bene che la cosa non mi preoccupa. MM è anche il pezzo dove le influenze di Dylan e Springsteen sono più evidenti, soprattutto nel fraseggio di Martin (qui è uno dei migliori falsetti di Chris) e nei testi.

Fino a questo punto, ho sentito canzoni che conoscevo e mi erano familiari, ma era arrivato il momento che stavo aspettando: l’attesissimo duetto con Rihanna in “Princess of China”. Nonostante tutto quello che si è detto, ritengo che questo pezzo, sia il fulcro dell’album. E’ probabilmente l’unico altro pezzo di MX in cui emergono le influenze hip-pop, ma in modo più sottile rispetto a Paradise. La voce di Rihanna è diversa da quella che siamo abituati a sentire, e il connubio con la voce di Chris ti sorprende, nel miglior senso del termine. Penso che nella stanzetta, tutti avessimo lo stesso sentimento. Le persone hanno applaudito POC più di tutte le altre canzoni, come una sorta di liberazione. La presenza di Rihanna sembrava dare meno importanza alla canzone, in realtà è l’esatto contrario. Questa canzone e la collaborazione con Rihanna, aggiungono punti ad MX! Non vedo l’ora di ascoltarla di nuovo…

“Up in Flames” che ha visto il suo debutto proprio all’ACL, è un altro pezzo “attira attenzione”. E’ lento, con il metronomo in stile beat, e con il suo falsetto, Chris raggiunge dei picchi mai sentiti in questi anni. Dopo POC, le persone hanno ascoltato questo pezzo in silenzio e qua e là si sentivano evidenti suoni di commozione. Up in Flames è bellissima ed emozionante nella sua semplicità, ma suona “epica” nella sua collocazione nell’album.

Le ultime due tracce di MX sono decisamente notevoli, “Don’t let it break your heart” ha nel finale lo stile di Charlie Brown, mentre “Up with the Birds” è un’altra canzone a lenta combustione che ti spezza definitivamente il cuore a fine album.

Nel complesso, Mylo Xyloto è frizzante e vivace, un perfetto gioco di equilibri tra delicatezza e pomposità. I Coldplay non sono mai stati così “liberi” come band. Nemmeno con Viva la Vida, dove hanno cominciato ad espandere il loro sound in maniera meno evidente.
In Mylo Xyloto non c’è quella stessa esitazione che ha più volte ostacolato la band in passato. Ci sono più assoli, più variazioni di riff, più bassi… La voce di Chris non è mai parsa tanto naturale e matura come ora, è fantastica!
Mylo Xyloto è irrequieto, veloce. Quel tipo di album che ti assorbe ascolto dopo ascolto, e ogni volta ti fa provare qualcosa di nuovo. E’ pieno di energia, di frenesia, suoni alti, ballate strazianti. E’ un concept album di alto livello, e ancora una volta i Coldplay non hanno deluso le aspettative, dimostrando di essere sempre all'altezza della situazione.