Massimo, la 'penna' di Nizza: 'Ho visto i ragazzi più in palla di quattro anni fa...'

Abbiamo deciso di dare spazio ai vostri racconti, alle vostre emozioni, alle vostre sensazioni vissute finora durante le tappe europee dell'A Head Full Of Dreams Tour, la tournee promozionale dell'omonimo nuovo album dei Coldplay.

Ha pensato bene di inviarci il suo racconto Massimo Gramegna, utente e seguace storico di Coldplayzone fin dai nostri albori, che simpaticamente ci ha voluto rendere partecipi del 'suo' show a Nizza assieme alla sua segretaria. Eccolo accontentato:

'Antefatto: ultimi giorni di novembre 2015. Ufficio. Mentre smanetto su Ticketnet.fr e lancio l’invio del mio ordine (per l’acquisto dei biglietti per Nizza, ndr), alzo la testa in direzione della segretaria: “cosa fai il 24 maggio? Vieni al concerto dei Coldplay a Nizza con me?”. Convinto di un secco rifiuto, abbasso lo sguardo intento a leggere la mail di conferma per capire come ca@@o stampare i biglietti elettronici, quando nella stanza echeggia “si vengo!”

Fine primavera 2016: il sole picchia sulla Còte d’Azur. Ancora di più brucia colli e braccia latticinei nel piazzale d’asfalto all’ingresso del settore Nord dello stadio di Nizza dove migliaia e migliaia di persone aspettano da ore l’apertura dei cancelli. Quando partono le note di One I Love anche il cuore si mette a bruciare mentre, stretti come sardine, fisso negli occhi la mia segretaria...

17:30 si entra, e voi, foste stati in me, cosa avreste fatto?!?! Corri ragazzo corri, corri ragazza corri che la transenna è la che ti aspetta... ma, se vi ricordate dell’antefatto, non sono solo, non sono con una persona qualunque, sono con la mia segretaria. E quindi??????? A sinistra, ingresso pelouse or... destra cessi chimici? ...e quindi??????....quindi ??????... ????...

Fine primavera 2016, laggiù in Costa Azzurra: i cessi chimici già fanno angoscia di loro, figurarsi la mia angoscia mentre vedo sfilare mila e mila persone alla mia destra mentre con una borsa in mano aspetto la mia segretaria “rifarsi il trucco”...

Ancora fine primavera 2016: l’ingresso del prato, pelouse alla francese, pelouse or, per dire che costa di più, pelor acronimo, è molto scenico perché praticamente simula l’uscita sul palcoscenico da dietro le quinte e ti sbatte li in mezzo come un puntino all’arena, ansioso di trovare la tua postazione, il feeling giusto con la tua zolla verde, quella che ti terrà compagnia per quelle ore interminabili in attesa dell’inizio del concerto... c’è ancora tutta la transenna del B-stage a disposizione, già mi vedo li, ad allungare un cinque a Will, a salutare in modo superiore Chris, a suonare un do dal basso di Guy, a usare il plettro di Jonny come stuzzicadenti...ma io no, io sono con la mia segretaria e lei preferisce sedersi sul prato, in mezzo ai francesi, disdegna il comodo appoggio per la schiena che può dare la transenna. Ci appostiamo a circa 10 metri dalla passerella e 20 dal palco. Da lontano vedo l’ultimo pezzo di transenna sparire tra mila e mila persone...

...durante la lotta per il mantenimento della tua zolla di prato riesco a cibarmi e fare alta conversazione, anche con delle simpatiche ragazze di Caraglio. Poi, ed ogni volta mi chiedo “perchè?”, di botto tutti si alzano in piedi e si schiacciano verso il palco. Sono le 18:30 più o meno, devono ancora uscire gli artisti spalla... verso le 19 la prima a salire sul palco è tale Alessia Cara che confondo, convinto, con Laura Tesoro dell’Eurofestival. L’unico commento che posso fare senza essere offensivo è: boh! Ma poi verso le 19:30 arriva Lei, l’unica, impareggiabile, inequivocabile, unstoppable Lianne La Havas, l’unica cantante al mondo che ci rende partecipi del suo serio problema di ossessione da rossetto sui denti. Ce le ha “affettate per bene”. Quando ci lascia verso le 20:30 anche il sole gira dietro le colline, è ombra su di noi, ed una fresca brezza inizia a salire dal mare verso monte. I 55mila accolgono con un’ovazione la crew che organizza il palco.

Ore 21, fine primavera 2016, minuto più minuto meno: “O mio babbino caro” e subito la mia mente vola al valzer di un altro tour. Ok, let’s go!!! I nostri quattro entrano di soppiatto in scena: la mia segretaria e mila e mila urlatrici perdono la voce in un istante...

A Head Full of Dreams: tralascio i commenti sulla canzone, che non mi fa impazzire, ma qui siamo ad uno spettacolo, e lo spettacolo si fa duro quando i duri cominciano a spettacolarizzare. Provano tutto! Fuochi d’artificio, mega schermi impazziti di colori, bombe di coriandoli, luci ovunque...un inizio letteralmente col botto con la prima bordata di cori. Credo che 55.000 mila persone coreggiare si sentano fino in Corsica!

Yellow: è il tramonto, e tutto si fa giallo. One, two, three, four, Dio come me la sono cantata, uno dei momenti più alti della serata, il pensiero non può non andare agli amici di passione, ai tempi della tesi, a mia figlia. Da lacrime. Riesco ad immortalare ciò che provo in un scatto epico...

Every Teardrop Is a Waterfall: tra tutte le canzoni ‘caciarrose’ questa è ancora una di quelle che digerisco meglio, sarà che non c’è cassa dritta, sarà che Will ci dà alla grande, sarà che il ritmo del tramonto ricorda un’altra Sunday Bloody Sunday, con annesso riferimento alla bandiera tricolore francese con cui Chris gioca, ma spacca di brutto brutto brutto...

The Scientist: lacrime di nuovo. La mia segretaria mi abbraccia e stringe forte. Non riesco a sentire la voce di Chris coperta da un unica grande voce che si alza contro il cielo, bello vederlo suonare e cantare al piano senza tanti se e senza ma, bella versione. Grazie!

Birds: e qui scatta la chicca che non ti aspetti, il pezzettino pop che apre l’album a cui non hai dato orecchio più di tanto negli ascolti. Beh... dal vivo è un portento, i giri di chitarra di Jonny fanno paura, il basso di Guy suona tondo e fondo come una “cura”...

Paradise: urca, speravo di no, ma non potevano non farla, invece eccola, forse i cori più forti del concerto, paraparafans in estasi, e la chiudono col remix che più tamarro non si può ma che il pubblico francese sembra gradire in un tripudio di degenero generalizzato. Xylobands rules...

E poi B-Stage:
Everglow: in scena, bellissimi effetti visivi negli schermi con inquadrature a fisheye da sopra il palco, sembra un video in diretta. E pensare che la transenna era proprio li solo per me...

Magic: ci sta tutta, bene eseguita, rispetto agli altri concerti visti, questo b-stage è sicuramente superiore agli omologhi degli altri tour, la pausa “techno” è tagliata perfettamente su questi pezzi...

Army of One: e ci sta a chiudere il trittico alla grande, il B-Stage nel complesso è perfettamente riuscito, vince il premio come momento intimo della serata!

A-Stage:
Clocks: ed ecco l’eterna, ma stranamente non mi ha impressionato come altre volte, mi è sembrata più lenta, anche il sobbalzare di Chris al piano aveva qualcosa di artefatto, sempre notevoli i laser che bucano il cielo nella notte tra i fumi del palco. Ma sottotono, anche Will non convincente qui...

Midnight: ci si riprende con un altro momento top della serata, meglio di Clocks, la quiete dopo la tempesta, da uno stop alla prima parte dello show (adoro!) e crea attesa per quello dopo, gli effetti laser in bianco nero e fumi è strepitoso, personalmente è il pezzo migliore degli ultimi due album senza discussione, peccato non la facciano tutta. Fino a qui gran bello spettacolo!

Charlie Brown: boom, iniziamo a sparare pesante! Xylobands, fuochi d’artificio, coriandoli, luci, salti, corse sulla passerella, de-ge-ne-ro-li-be-ro... impossibile stare fermi

Hymn for the Weekend: continua questa sgara di inizio millennio ed ecco il colpo di scena: lingue di fuoco alte almeno cinque metri con effetti ledwall bellissimi in stile Bollywood! Trash a oltranza senza limitismo! E quanto si urla, e quanto si salta, e mi sa che qui ci hanno sentito fino in Sardegna. L’ignoranza musicale è padrona della scena... fuoco e fiamme... fuoco e fiamme...

Fix You: l’apice del concerto, il punto più alto della serata per interpretazione e pathos, qui veramente c’è tutto quello che erano i Coldplay che amavo e che non ci sarà più, ma ancora una volta me la suonano e cantano come solo loro, e che importa se non c’è l’occhio di bue a pendolo sulla folla fare avanti e indietro ma migliaia di colori...

Heroes: forse chi ci crede di più nel suonarla è Guy, ma non li vedo troppo convinti, dopo Fix You è un calo di tono e stile notevole, anche troppo... Ci azzecca poco al di là del significato... avrei preferito allora una Nothing Compares To You in memoria di Prince: ci sarebbe stata decisamente meglio...

Viva La Vida: ad inizio concerto c’è stato qualche timido tentativo di lanciare il suo coro. Altri tempi quelli del VLV Tour... qui la eseguono alla grande e la gente apprezza, io mi stragodo Will che ci mette veramente del suo con la campana. E’ lui il vero frontman: qui la scena è sua!

Adventure of a Lifetime: tra scimmie sugli schermi, gente mascherata da scimmia (non scherzo!) che viene ripresa dalle telecamere nelle prime file, stadio in visibilio, degenero più assoluto, fuochi d’artificio, bombe di coriandoli, xylobands impazziti: caciara al cubo!

È passata un’ora e mezza dall’inizio, altre volte si era già in chiusura di serata, pausa tutto sommato più che meritata per i ragazzi, ma anche per noi... in effetti l’età media spazia dai quindicenni ai sessantenni con punta massima tra i trenta/quarantenni. Tanti italiani, tante bandiere tricolori...

C-Stage:
Kaleidoscope: non pervenuta...

Ink: acustica non male. Il momento acustico forse è stato quello meno abbottonato e più vero dei ragazzi, con vari ammiccamenti tra i quattro. In effetti se dovessi giudicare la veridicità della serata direi che i livelli di ‘fintezza’ sono molto alti. E’ un grande show con tempi ben precisi che lasciano veramente poco all’improvvisazione... anche le cose che dovrebbero essere improvvisate sembrano preparate... rendo l’idea?

Us Against the World: era la canzone "a richiesta", è comparso sul mega schermo un ragazzino brufoloso e occhialuto francese che candidamente la chiedeva dicendo che era la canzone preferita dalla sua famiglia (??!?!ma si può, dico io?!?!?!?!) e che sarebbero stati tutti presenti al concerto. Reazione: io mi sono guardato subito intorno per vedere se era li vicino a me per dirgliene di tutti i colori, e come me altre 55 mila persone presenti l’hanno cercato! Ma dico io: ma si può?!?!?!!?

A-Stage:
Amazing Day: bella, ma troppo lunga e non così importante da apertura del rush finale, soprattutto dopo UATW, al limite della mia noia. Ma splendida la cornice dei ledwall con giochi fantastici. E’ il down prima del finalone, ma considerando le due precedenti... troppo down;

A Sky Full of Stars: l’aspettavo alla prova del fuoco. L’amplificazione ti tira dei colpi mica da ridere sui beat della cassa dritta, e dritta per dritta tra stelle di carta e chi più ne ha più ne metta: si lascia ballare, saltare, urlare a squarciagola con i suoi tanti coretti che la folla adora alla follia...

Up&Up: bel pezzo per chiudere la serata, due ore... mai successo di sentirli così tanto (è un eufemismo: tanto). Ovviamente si dà fuoco a tutto l’armamentario possibile per sconvolgere ogni spettatore nel profondo, e nel profondo rimango in parte soddisfatto perché vado via con una sensazione migliore di quattro anni fa. Magari tornerà il giorno in cui suoneranno solo in palazzetti per i fan che vengono ai concerti per la musica e non per lo spettacolo...

O (Reprise): i titoli di coda scorrono, c’è anche Phil Harvey, si alzano le luci, 55 mila facce soddisfatte lasciano l’arena. Credo che nessuno abbia restituito lo Xyloband come richiesto in ottica di riciclaggio... insostenibile....

Post scrittum
Fine primavera 2016, a rimirar le stelle: dalle 23 all’1 passeggiata al chiaro di luna per recuperare la macchina, uscire dal parcheggio e prender la strada verso l’Italy (da pronunciarsi rigorosamente alla francese).
Due del mattino: estremo ponente ligure, ai confini del regno. Finalmente: ”Sali?” Apro la porta di casa, la guardo, ancora le brillano gli occhi dei fuochi d’artificio. Aspetto un cenno, non posso sbagliare nulla, le sue labbra si schiudono: ”guarda i ragazzi se dormono, in bagno vado prima io, così poi tu fai quello che vuoi, sono a pezzi, non vedo l’ora di mettermi a dormire!!!”

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Ahhh!!! non ve l’ho detto: la mia segretaria è anche mia moglie!'

Ringraziamo Massimo per la sua allegria e per la sua eterna vicinanza al nostro progetto: avrai sempre uno spazio nel nostro cuore!

Più in basso è disponibile una photogallery con alcuni scatti che lo stesso Massimo ha voluto condividere con noi.