[Coldplay.com] Intervista a Mila Fürstová (seconda parte)

Hai portato a termine progetti di così grande impatto, su riviste o manifesti?
Poco. E non sui manifesti comunque. Si vedevano molti cartelloni pubblicitari, ma poche settimane prima dell'uscita dell'album, è nato il mio secondo figlio. Mi sono ritrovata a correre verso l'ospedale e ho avuto molto da fare. Quindi non ebbi occasione di vederli con i miei occhi. Ero troppo impegnata a cambiare pannolini! I miei amici in giro per il mondo mi riferivano che si vedevano le mie opere dovunque, ed io potevo solo guardare il mio pc sommerso dalla c***a! Ma ero davvero molto molto felice. E' stato un bel periodo.

Erano davvero fantastici. Ti mando qualche foto.
Oh si potresti per favore? Per me potrebbe benissimo essere uno scherzo, come nel Truman Show, perchè ho vissuto prendendomi cura dei miei figli. E non ho potuto vederli.

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Gli artisti non hanno spesso occasione di relazionarsi con il pubblico a questo livello. Milioni di persone hanno visto l'artwork e l'hanno studiato attentamente. Deve essere eccitante.
Si, assolutamente. Me la sono goduta. Il mio lavoro è davvero molto introspettivo, quindi vederlo diventare di quelle dimensioni… è come come un sussurro che immediatamente si trasforma e viene ascoltato dalla gente, il che è un traguardo ulteriore.

E cosa ne pensi delle animazioni?
Quello che hanno fatto questi ragazzi è assolutamente geniale. Phil non me ne aveva parlato e credo che, dato che si stava avvicinando il mio compleanno, voleva farmi una sorpresa. E poi arrivò la sorpresa e vi ero seduta di fronte, in lacrime. Non potevo crederci. E più tardi realizzai quante lacrime aveva causato - è stato davvero un duro lavoro per i poveri grafici! Così tutto il mio lavoro di passione e divertimento aveva causato tanta sofferenza a queste persone che avevano dovuto ricalcare ogni singola linea.

E' davvero fatto bene.
Sono grandi. Quello che hanno svolto egregiamente è stato l'aver saputo renderlo poetico. Lo hanno fatto con sensibilità. E alcuni dei personaggi li hanno guidati in un viaggio.

Eri una fan dei Coldplay prima di tutto questo?
Si, lo ero. Non ero mai stata ad un loro concerto o indossato una delle loro magliette, ma avevo già ascoltato la loro musica che comunque mi ha sempre colpito. C'è stato un momento nella mia vita in cui ho vissuto esperienze difficili e una delle loro canzoni mi ha veramente aiutato. Mi capitava di ascoltarla in particolari momenti ed iniziò a sembrarmi un segno. Un altro motivo per cui mi sorpresi molto, molto Coldplayiniano, fu quando mi chiamò Fraser. Avrebbe potuto essere chiunque altro. Ma dal 2009 ero in contatto con lui e quindi fu come un messaggio dal paradiso.

Come sei arrivata a lavorare come artista?
Sono nata nella Cecoslovacchia comunista e nei paesi comunsti le persone provavano a scovare i talenti dei propri figli molto molto presto. Ero alla scuola materna e i cercatori di talenti arrivarono e dissero, “Dovrebbe iniziare a studiare danza o arte”. I miei genitori mi fecero fare entrambe le cose. A danza piangevo perchè mi mancava mia madre. Ma quando seguivo le lezioni di arte la dimenticavo. Semplicemente ne ero completamente assorbita. Disegnavo, disegnavo tutto il tempo. Sono cresciuta in un paese mentalmente molto chiuso. A scuola ci dicevano che non avremmo mai potuto lasciare il paese. Che non avremmo mai visto l'Italia o qualunque altro posto. Disegnare divenne una forma di sognare per me.

Quindi i cercatori di talenti hanno fatto un buon lavoro alla fine.
Certo, ho seguito il loro consiglio. A 14 anni andai in un collegio che era una specie di scuola d'arte a Praga. Ma quando compii 18 anni provai ad entrare all'Accademia delle arti di Praga e non mi presero. Pensavano che non avessi talento. Quindi sono finita in Gran Gretagna dove ebbi opportunità migliori. Studiai anche al Royal College of Art. Ma anche in quel college insegnavano altre espressioni delle belle arti ed io piangevo sempre perchè il mio lavoro non era considerato sufficientemente concettuale. Mi dicevano, “Cosa stai disegnando? Perchè non disegni qualcosa che abbia più significato?” Ma per me quello era il mio mondo e volevo disegnarlo. Quindi ero un po' fuori moda, ecco.

Come è stato accolto l'artwork di Ghost Stories nella Repubblica Ceca?
In modo straordinario. Da una parte era come se non mi apprezzassero ma poi i Coldplay come delle divinità mi hanno reso un'eroina!! Ne sono davvero molto grata, ma mantengo i piedi per terra perchè sta succedendo all'estero. Ci sono stati articoli in riviste su di me, sono stata in televisione e mi hanno votato per alcuni premi negli ultimi 25 anni ed ho vinto nella mia categoria!

Sembra che tu abbia trascorso un anno fantastico.
Si è vero. Mi ha aiutato a crescere come artista e come persona. Dal punto di vista umano ho molto apprezzato conoscere la band. Credo che non siano solo dei fantastici musicisti, ma anche dotati di una grande umanità. E sono molto gentili. Si dice che la violenza porta ad altra violenza, ma credo anche che la bontà porti altra bontà. Sono così e lo rispetto. E' stata una grande ispirazione.

Ti ha aperto altre possibilità lavorative?
Si, certo. Ho avuto qualche proposta. Ma non vorrei diventare una macchina da business. Mi piacerebbe continuare a fare il mio lavoro e magari lavorare a progetti che mi interessano davvero. Ma penso che nulla sarà come è stato per i Coldplay. Perchè ho speso tutta me stessa in questo progetto. Alcune band mi hanno contattato subito dopo, e mi sembrava di essergli infedele! Risposi che non potevo farlo. Volevo fare altre cose.

Sei riuscita ad andare a qualcuno dei concerti di Ghost Stories?
Si, mi hanno invitato alla Royal Albert Hall. Proprio dove mi laureai, dieci anni fa, ed improvvisamente stavano proiettando il mio lavoro sul soffitto! E dato il mio passato nella realtà comunista, mi davo dei pizzicotti. Non potevo credere che stesse succedendo.

E ti hanno preso con loro nell'abbraccio prima di salire sul palco!
Di nuovo, mi davo dei pizzicotti! In realtà li stavo dando a Phil, credo! Ma tutto il team dei Coldplay mi ha accolto e mi ha trattato con rispetto ed amorevolezza.

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La mostra di Ghost Stories sta per inaugurare. Sei emozionata?
Certo, sono molto eccitata. Ci saranno oltre 100 opere nella mostra, con tutti gli schizzi. Per Magic ne sono stati creati solo tre, ma quando siamo passati a True Love - in cui serviva grande sensibilità - arrivammo a 30. Ho avuto probemi nel disegnare il cuore. Non sapevo come renderlo più dolce.

Tutto è riuscito molto bene alla fine.
Grazie. Fu la creazione più difficile di tutte. All'ultimo avevamo due versioni che non convincevano Chris. Ma alla fine fui molto soddisfatta della scelta.

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E' una bella iniziativa raccogliere fondi per Kids Company attraverso la mostra.
Lo so. Una bellissima cosa. Non sono abituata alla potenza dell'arte in questo senso. E credo che possa portare ottimi risultati. Sono stata così fortunata ad essere così amata dai miei genitori. Se questi soldi possono servire a far sentire i bambini amati, abbiamo un grande potere.

E i fan stanno arrivando da tutto il mondo per vedere la mostra.
Lo so! Ma vengono soprattutto per vedere i Coldplay.

Non sono sicuro che si trattengano tutto il tempo.
Oh davvero? Pensavo di si! Ah Ah! Comunque, è incredibile pensare che siano venuti a vedere le mie opere.

L'ultima domanda, che facciamo a tutti: qual è la tua canzone preferita dei Coldplay?
OK. Ne ho tre. Viva La Vida, perchè è quella mi ha più colpito nel 2009. E poi A Sky Full Of Stars perchè credo che in questa canzone Chris canti quello che ho sempre pensato della mia vita. Disegnai immagini di ciò che canta, guardare all'universo e vedere sè stessi. E poi amo O, con gli uccelli. C'è una sensazione di estrema pace in tutta la canzone. Ci cono la tristezza e la felicità, insieme. E' sublime.

Informazioni aggiuntive

  • Fonte: http://www.coldplay.com/newsdetail.php?id=1836
  • Autore: Coldplay.com
  • Traduzione: Elena