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Roadie #42 - Blog #78

#42 ci fa un riassunto del diluvio ad Abu Dhabi

Dunque, ormai siamo a casa da una settimana. Al quarto giorno sono riuscito a spostare la valigia che bloccava l'entrata della porta principale - comunque sia non mi sono ancora interessato alla monotona pila di pagamenti, richieste finali e altra spazzatura che si è accumulata durante la mia assenza.

Passare dal movimento costante alla totale immobilità è ovviamente un piacere. Come molti altri blocchi di "tempo libero" anche questo inizia con grandi intenzioni. Inevitabilmente l'opportunità di riposarsi e ricaricare le pile prende il sopravvento su qualsiasi cosa. Ho sentito la fine di un tour venire descritta come "venire sparati con un cannone contro un muro di mattoni". Forse è un po' troppo drammatica come descrizione, ma non del tutto inaccurata.

Le pause nei tour sono quindi un po' meno estreme, ma hanno comunque bisogno di qualche piccolo aggiustamento. Un'analogia migliore in questo caso potrebbe essere che mi trovo in una squadra di tiro alla fune e l'altra squadra ha appena lasciato andare la corda. Una caduta generale e chiedersi cosa c'è dopo è inevitabile. E' tempo di lasciarsi andare, togliersi la polvere di dosso e magari bere qualcosa...

Qualcuno ha prenotato una vacanza. Sebbene l'idea di imbarcarmi su un altro aereo e fare il check-in in un altro hotel non mi attragga subito, è un bel modo per forzare la mente e il corpo a rilassarsi rapidamente.

In realtà credo che tirare le conclusioni senza pressioni sia piuttosto rilassante. Credo che forse derivi dal fatto che mi piace quello che faccio. Dato che ricopro molti ruoli nel tour, ci sono sempre più cose da fare del tempo necessario per portarle a termine, quindi molte cose non vengono notate. E' bello prendere le cose più interessanti e giochicchiarci solo per piacere.

A questo scopo ho tirato fuori qualche frase che avevo scritto nella lounge dell'aeroporto di Abu Dhabi sull'ultimo concerto suonato. E' stato sicuramente un concerto che nessuno di noi dimenticherà facilmente, quindi mi sembra importante documentarlo. OK allora, quando conterò alla rovescia dal tre, vi sveglierete negli Emirati Arabi Uniti sette giorni fa. Tre, due.....

Ha piovuto un po' durante il soundcheck. Niente di torrenziale, solo un po' da farci capire che avevamo fatto bene a ricoprire tutto con teli di plastica. Speriamo che andranno bene per tenere lontana la sabbia e una volta arrivata l'ora del concerto, torneremo al caldo mite del deserto.

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L'hotel è a pochi passi dalla spiaggia, quindi me ne torno in camera per preparare la valigia. Ce la svigneremo all'aeroporto appena le attrezzature saranno state impacchettate. Mentre me ne torno lungo il corridoio di marmo verso il sentiero che porta in spiaggia, c'è una grande esplosione di luce fuori dalla finestra. Dapprima penso che sia un fulmine, ma mi dico che era troppo intenso e troppo vicino - deve essere stato il flash di una macchina fotografica.

Sono a metà strada sul sentiero che porta in spiaggia, quando il cielo esplode come se fosse la luce stroboscopica di dio. Tutto il cielo è bianco come una luce neon. L'arco che sfreccia di fronte a me è così lucente che quando chiudo gli occhi, è ancora stampato sulla mia retina. Rifletto sul buon senso di andare a rifugiarmi nella grande gabbia di acciaio che è il palco per le prossime poche ore. E' più o meno sicuro starsene nel mezzo di una grande scatola di metallo nel mezzo di un temporale nel deserto?

I Mercury Rev salgono nel mezzo del primo acquazzone. C'è un sacco di parlare ansioso nelle radio. Si dice che se pioverà ancora quando i Coldplay inizieranno il loro set, il B stage e il C-stage saranno cancellati e fatti al riparo sul palco principale. Marguerite sta leggendo all'intera squadra di lavoro le previsioni meteo in diretta dal portatile ad intervalli regolari da channel 1.

Quando un tour è così avanti nel percorso (abbiamo passato il centesimo concerto di recente, ricordate) può essere facile cadere nella routine e alcune sere si è troppo rilassati ed è necessario darsi una sberla per concentrarsi a dovere. Stasera ovviamente questo problema non si presenta. Oggi, tutti sono allertati, molto cauti in tutte le loro azioni e consci della pletora di possibilità che le cose vadano molto male.

Nella mente di tutti c'è sempre il pensiero che avremo dei grandi concerti all'aperto da fare quest'estate. Se questo va male, le nuvole di temporale che incombono su di noi stasera rimarranno nei nostri pensieri in tutti i prossimi concerti all'aperto. Passeremmo sicuramente tre mesi aspettandoci che ognuno di quei concerti sarà un'incubo orribile. E' importante che tutto vada bene stasera.

Siamo una squadra sfinita, rimbalzata in un ping pong di fusi orari nelle ultime sei settimane. Oggi stiamo tutti contando le ore che ci separano da casa. Tutti avevamo inquadrato questa come una bella giornata al sole per spezzare il viaggio di ritorno a casa. Non è stato esattamente così.

I Mercury Rev si adattano perfettamente al dramma della serata. Fanno un concerto abbagliante, come se questo fosse quello che avrebbero sempre voluto avere come effetti luce. Finiscono l'ultimo concerto con noi e un sorridente Bash si avvicina e mi urla all'orecchio, "C***o mi mancheranno". Credo sia il pensiero di tutti...

E' quindi giunto il momento di far si che il concerto si faccia. Sta piovendo costantemente e gli aggiornamenti meteo di Marguerite ci informano che sono sicuri che aumenterà. Le domande principali sono ovviamente se il B e C stage si faranno. Qui nell'A stage, però, le cose non sono esattamente a tenuta d'acqua. Siamo in un posto nel deserto in cui raramente piove molto. Di conseguenza il tetto è un riparo di base. Ci sono già molte infiltrazioni. Il dipartimento video sta avendo dei grossi problemi. Una delle infiltrazioni è direttamente sopra una delle "palle", e ciò significa che il proiettore interno si sta bagnando e, peggio ancora, la palla stessa potrebbe diventare un grande pallone d'acqua.

Il povero vecchio (non è vecchio, è solo nella mezza età...) Chris Wood è vicino la parte frontale del palco e direttamente sotto un buco piuttosto grande del tetto. Fa il mix del suono che la band sente negli auricolari. Lo fa attraverso una scrivania completamente digitale che non la prenderà bene di bagnarsi. Passa la maggior parte del pre-show completamente sotto il suo telo di plastica.

I lampi continuano per le prime canzoni. Mi ricordo che Clocks è stata particolarmente bella visualmente parlando. I laser attraversavano la fitta pioggia cadente, mentre i lampi si stagliavano in cielo come dei fuochi d'artificio al neon. So che Paul Normandale (il disegnatore dello spettacolo che ha dato ai Coldplay un'immagine così meravigliosamente unica e distintiva) è fuori alla torre del mixaggio. Suppongo si stia chiedendo come fare perchè i lampi vadano più a tempo con la musica e sorridendo fra sè e sè.

Quando inizia Yellow e tutte le luci illuminano il pubblico, due cose appaiono ovvie. Innanzitutto la pioggia è tremendamente forte. I raggi di luce che escono dal palco mostrano esattamente quanto la pioggia sia incessante. E' così densa che è difficile vedere i posti più lontani.

E' tuttavia più interessante la seconda rivelazione. Il pubblico è ancora completamente impazzito. Complimenti a questo pubblico, sono qui per divertirsi e assolutamente niente riuscirà a fermarli. Ci sono persone sopra le spalle di altri, altri che applaudono, altri che cantano e si stanno divertendo. Un coinvolgimento assolutamente fantastico. Nessuno avrebbe mai potuto far pesare a queste persone se si fossero fermate, e se avessero solo pensato a ripararsi sotto le proprie giacche chiedendosi perchè mai si erano presi la briga di venire.

Sono fantastici. Abbiamo avuto molti grandi pubblici in questo tour, e anche in una giornata secca e regolare questo sarebbe stato tra quelli al top. Il fatto che non importi loro della pioggia in una notte del genere gli fa prendere il pieno dei voti sotto ogni punto di vista.

La band chiaramente apprezza l'energia che gli viene data. Chris passa buona parte del tempo in cui sta sulle passerelle a bagnarsi completamente, mostrando solidarietà con il pubblico zuppo fradicio. Con una pioggia così fitta, è stata presa la decisione di fare il B e C stage sul palco principale. Gente va avanti e indietro per apportare i necessari cambiamenti logistici e tecnici per far si che sia tutto pronto.

Bash avvisa Will per far sapere alla band quello che sta succedendo. Per circa una canzone le cose continuano. Poi Will urla al microfono che viene sentito solo dalla crew. "Dobbiamo fare il B e il C là fuori". Ha preso la decisione e non ci sono nè se nè ma. Una squadra di gente si affretta per rimettere le cose com'erano prima che Strawberry Swing finisca.

Ora questa cosa dimostra bene chi sono i Coldplay. Si prendono un sacco di critiche per essere "soft". Ma in realtà hanno le palle. Non li ho mai visti prendere le decisioni più facili. Nessuno potrebbe biasimarli questa volta. Ma sanno che il concerto sarà migliore se andranno là fuori a dare al pubblico un concerto intero piuttosto che tirarsi indietro e staresene all'asciutto. Da notare che Will ha detto "dobbiamo". Non "probabilmente dovremmo" o "possiamo provare". Questo è il miglior indicatore che posso dare per far capire come vanno le cose qui.

Il B-stage è accolto con un applauso così forte che è immediatamente ovvio che questa decisione darà ancora più carica al concerto per mandarlo ancora più in alto sfondando il tetto (cioè, se ce ne fosse uno...). Per The Hardest Part, Chris vede una ragazza che compie gli anni stasera. Solo per il gusto di farlo, viene fatta salire sul palco e viene fatta sedere alla destra di Chris.

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Mi ricordo che Chris ha suonato un'eccellente Singing In The Rain ad un certo punto. Mi sarebbe piaciuto aver messo qui un mp3, ma il computer su cui registro i concerti ha resistito per tre canzoni prima di perdere completamente i nervi e collassare.

Il C-Stage è sicuramente uno dei piatti forti. Non c'è una dimostrazione di unità con il pubblico più forte di quando la band diventa un piccolo punto di luce tra di loro - fluttuando in un mare di voci. Ci sono comunque delle imprefezioni tecniche, ma l'impatto emotivo? Perfetto.

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Sto attraversando il palco con la mia macchina fotografica, mentre lo Stage Manager, Kurt, ne approfitta per asciugare le pozzanghere di acqua mentre la band è là fuori in mezzo al pubblico. Mentre passo vicino al microfono di Guy, mi imbatto in niente popò di meno che Phil Harvey messo a gattoni che pulisce con asciugamani. Soldato all'opera... ;-)

Le avversità spesso uniscono e tirano fuori il meglio dalle persone. Il concerto finisce e la meravigliosa sensazione che si sia trattato di una grande vittoria sotto ogni puno di vista è evidente. Scommetto che avremo delle condizioni atmosferiche estremamente spiacevoli quest'estate, ma detto abbastanza francamente, siamo qui ad aspettarle....

R#42