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Roadie #42 - Blog #49

#42 e l'esploratore dell'aura

Oggi segna il giorno della nostra partenza dalla nostra casa temporanea a New York. E' stata la nostra base per due intere settimane. Non riesco a pensare ad un'altro posto nel mondo in cui siamo diventati amici con lo staff come qui. Dai portinai, allo staff della reception, a quello del bar, alle donne delle pulizie fino ai manager e ai proprietari. Alcuni di loro sono venuti ai concerti, molti si sono fatti bevute con noi. Per ovvie ragioni nominare il posto in cui siamo stati a New York non sarebbe appropriato, ma oltre a tutti i servizi - e per il fatto che si può definire quasi "casa lontano da casa" si meritano almeno una menzione. Alla prossima, mille grazie da tutti noi!

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Ovviamente, 14 giorni nella stessa stanza significano un incubo quando poi si tratta di preparare la valigia. La mia roba è ovunque e ogni giorno ho comprato almeno qualcosa di nuovo, o portata qualcosa su cui lavorare dopo il concerto. In realtà ho iniziato la valigia 3 giorni fa e l'ho finita la notte prima di partire - andando a letto con le mie valigie messe vicine alla porta. Organizzato in modo allarmante!

C'è una cosa che ho notato a Detroit mentre stavamo andando al palazzetto e che vedo anche qui ad Atlanta. Gli spazi aperti fanno sembrare il cielo enorme. Finchè non siamo proprio vicini alla città, c'è quasi la più totale mancanza di edifici alti. Sono un appassionato delle immagini clichè e capisco perfettamente perchè i fili dell'alta tensione, i pali del telefono e cose simili vengono usati per rendere ancora più romantici gli spazi aperti negli USA. Credo sia il contrasto con Manhattan che rende tutto così evidente. Andare in tour è una cosa strana ma bella per le cose che hai il privilegio di vedere. Il viaggio a volte può essere difficile da sopportare, ma ogni tanto ti ricordi che può anche essere una gioia. Solitamente questi piccoli momenti ti colpiscono in un pullmino da qualche parte quando meno te lo aspetti...

Entro nel camerino prima del concerto per prendere delle pellicole per la macchina fotografica che Guy fa funzionare con un pedale e finisco per avere una foto della mia aura fatta su una Polaroid. E' una cosa troppo bizzarra. Dio solo sa dove a New York ha comprato un aggeggio che assomiglia ad una grande e vecchia macchina fotografica a soffietto. Attaccati ad essa attraverso dei fili ci sono due pannelli della grandezza di un libro su cui i soggetti mettono le loro mani. Quando la Polaroid si sviluppa, c'è una nuvola colorata attorno alla testa dei soggetti. Colori diversi significano cose diverse. Guy afferma che ciò che gli interessa è solamente una curiosità dal punto di vista fotografico, piuttosto che una sorta di ossessione paranormale. Sta facendo foto non solo della band, ma anche dei membri della crew. La maggior parte dei risultati finora sono stati nuvole di un rosso scuro. Questo apparentemente ha poco significato. Le cose si fanno interessanti solo quando Pauline, una delle inservienti per il catering che lavora da più tempo con noi, entra. La sua foto è di un bianco molto brillante - un segno di energia psichica potente, apparentemente. La mia, purtroppo, ma anche inevitabilmente è un rosso spento. La mia aura non potrebbe essere più misera, sembrerebbe.

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Ritornando per un momento ad un vecchio discorso, io e Neill stiamo guardando il nostro monitor poco prima dell'inizio della parte sul C-stage. Alcune persone sanno che sta per iniziare e sono già eccitate. Altri sono completamente all'oscuro di quello che sta per succedere. Le luci si sono appena accese e la band è sparita, quindi due ragazzi stanno salendo i gradini verso l'uscita. Presumaibilmente o stanno andando a riempirsi di un altro po' di birra o la devono far uscire. Non hanno la più pallida idea che la band apparirà fra poco per la sezione acustica a circa dieci piedi dai loro posti. Non vedo quando tornano. Mi chiedo se siano tornati nel mezzo della sezione o se l'abbiano persa completamente e le loro ragazze stiano ancora tentando di convincerli che non stanno scherzando, è successo davvero...

E ora a Miami per un giorno di riposo al mare - è l'inferno, ve lo assicuro.

Roadie #42