La recensione di Parachutes

Quaranta minuti di vera poesia: Parachutes, primo album dei Coldplay, è musica per l'inesprimibile. Sonorità dalle tinte lievi e confidenziali, che svelano un segreto all’orecchio. Un suono malinconico che porta dietro di sé una valigia piena di ricordi blu.

Le canzoni proposte dalla band britannica sono dieci.

La nostalgica Don’t Panic ha un contesto ritmico piuttosto sincopato e la voce di Chris Martin (davvero bella e singolare) sembra quasi sussurrare le parole, rendendo la melodia più intima.

Shiver è una ballata corredata di una brillante linea di basso, di splendidi effetti di chitarra e di un liberatorio 'crescendo', (poco prima del ritornello), della batteria.

La meravigliosa Spies è un mondo policromo e sfumato. Questo preziosissimo pezzo desta continue emozioni: un languido suono di chitarra all’inizio del brano, o quel straordinario gioco di delay che, sulle parole "…And the spies came out of the water…", prolunga la sensazione dell’acqua.

L’avvolgente e cullante Sparks è dotata di differenti registri vocali: gravi, medi e acuti.

E poi c'è la dolcissima e commovente Yellow: parole e suoni pennellati di fresco giallo; una canzone d’amore con dei cori quasi celestiali.

Trouble: un’affascinante melodia introspettiva e meditativa. Il suo giro di piano è senz’altro uno dei motivi più conosciuti nel panorama musicale europeo.

Di seguito la piccola Parachutes, sospesa in un pacato quadro melodico.

High Speed è fornita di un incantevole base musicale elettronica, che dona a tal edificio sonoro un misterioso gusto fiabesco.

We Never Change, che si sviluppa in ritmo ternario, chiede ossessivamente se mai cambieremo, se mai impareremo qualcosa e se mai ci mostreremo prodighi verso il prossimo.

A questo punto il bellissimo dipinto melodico Parachutes procede verso la fine, ma non prima di proporci la fiduciosa Everything’s Not Lost che possiede una tavolozza di suoni del tutto particolare: dalle sfumature “swing” alle gradazioni “gospel”. Un pezzo unico che facilmente cattura l’attenzione di chi ascolta; un motivo che resta imprigionato nella mente e che canteremmo per strada o sotto la doccia impugnando il flacone dello shampoo e gridando «Oh yeah, oh yeah, oh yeah, Everything's not lost, Come on yeah, oh yeah».

Le sonorità della ghost track Life Is For Living sembrano uniformarsi bene allo spirito natalizio e, come si desume spesso dai testi dei Coldplay, le parole divengono mezzi per poter chiedere scusa.

Parachutes è un album da porre fra gli oggetti più preziosi, da portare con sé ogni volta che si viaggia e farne colonna sonora per il momento del thé o dell’amore.