Un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro Un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro Sento il suono delle lancette degli orologi Chi ricorda la tua faccia Chi ti ricorda quando ti sei persa? Sento il suono delle lancette degli orologi Torna indietro e cercami Cercami quando mi sono perso E solo un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro Solo un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro La notte diventa giorno E io ho ancora queste domande I ponti si romperanno Dovrei andare avanti o indietro? La notte diventa giorno E ancora non ottengo risposte Un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro Solo un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro Sento il suono delle lancette degli orologi Chi ricorda la tua faccia Chi ti ricorda quanto te ne sei andato? Sento il suono delle lancette degli orologi Torna indietro e cercami Cercami quando mi sono perso Solo un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro Solo un sussurro, un sussurro, un sussurro, un sussurro
Un sussurro. Un rumore indefinito, la cui origine è difficile da individuare.
Ma nonostante questa patina di incertezza, il sussurro rimane riconoscibile nello smarrimento. È quasi totale, ci si sente persi in un mondo senza sicurezze e senza punti di riferimento che possano dare la sensazione di far prendere la giusta direzione. E il tempo passa, e non ci si ritrova.
Non si trovano risposte, e la sfiducia porta a pensare che anche quando si sarà più liberi, sarà difficile scegliere la via che si ritiene giusta.
L'unica cosa che sembra l'appiglio per non affogare in questo mare di smarrimento è un sussurro.
E il sussurro che non smette dà il ritmo alla ricerca della via d'uscita.
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